La connessione crea e rafforza l’identità [scomparire7]

Un partecipante: Il processo di connessione?
Una voce: Il processo è connettere automaticamente ciò che è disconnesso. La base su cui ragioni è sempre la connessione; caso mai ti dici: “Sono poco connessa” – che per te significa che sei poco armonica e poco coerente – “Penso una cosa, provo un’emozione diversa e intanto sto facendo qualcosa che non c’entra nulla. Ora mi riposiziono”.

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Il prevalere del sentire sull’identità [sentiero14]

È possibile che un sentire ampio dia luogo a una identità allineata, armonica con quel sentire e a una vita priva di tensioni?
Si, ma non sempre e non necessariamente. Non dobbiamo confondere: una identità in linea con il sentire e non in balia di fantasmi particolari, può comunque trovarsi ad affrontare scene complesse e apportatrici di dolore.

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L’identità frutto in evoluzione della coscienza [sentiero13]

Possiamo quindi dire che il processo di apprendimento è caratterizzato da una crescente armonia fra intenzione e azione, fra coscienza e identità? Che nel processo di apprendimento avviene il progressivo affievolirsi dell’identità che ha in un primo tempo dovuto strutturarsi, definirsi, per poter essere veicolo di esperienza?

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Osservazione, disconnessione, spazio [sentiero10]

Riconoscere l’identità come veicolo, familiarizzare con la messa in scena, lasciarsi portare dalla vita che accade, tutto questo porta con sé, nel tempo, dei momenti di chiara visione, di sospensione, disconnessione, vuoto/pieno, presenza. Puoi spiegare questi momenti e la loro funzione, se c’è?

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Protagonismo nella vita e neutralità [sentiero8]

A un certo punto, l’esporsi nella vita non corrisponde più al bisogno di esserci, ma è semplicemente una consapevole manifestazione dei propri limiti messi al servizio della propria e altrui comprensione? E le espressioni dell’identità non svaniscono, ma si assottigliano e diventano sempre più evidenti?

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