Brani dal libro L’essenziale (4) pag. 23
A noi come identità sembra di avere una presa sulla nostra vita e anche una possibilità di scelta: certo possiamo scegliere come attuare una certa intenzione, ma non se attuarla.
libertà
“Vi chiedo di essere pastori con l’odore delle pecore”
Questa è la frase pronunciata da papa Francesco ieri, giovedì santo.
Mi ha colpito perché è ricca di implicazioni.
Le pecore puzzano. Sono disposti i pastori a puzzare?
Per la disperazione ci sono gli psicofarmaci, ma per la gioia?
Ieri mattina nello spazio dedicato allo Yoga erano presenti due persone:
un uomo che ha fatto l’esperienza del carcere,
una donna che la sta facendo e usufruisce di un permesso formativo per praticare.
Uscire
Carcere di Bollate, un venerdì qualunque.
In attesa della lezione entro nella cella-biblioteca del primo reparto.
Mi siedo a terra e mi appoggio al muro. Ho l’influenza.
Non possiamo appoggiare su niente
In riferimento al commento di Francesca di ieri.
Questo non poter appoggiare è straordinario: vera e pura libertà.
Zero punti d’appoggio; zero certezze; zero fede in qualcosa o qualcuno.
Nessuna fonte di dati/esperienza/interpretazione cui aderire.
Soli.
Quello che insegniamo qui
Non tanto a vivere spiragli di libertà, quanto a costruire le fondamenta della libertà.
Che cos’è la libertà? Vivere senza il condizionamento dell’identità, potendo sperimentarla quale semplice espressione della coscienza.
La radice della libertà
Ogni libertà nasce, si sviluppa e muore nella relazione con l’identità (mente, emozione, corpo).
La libertà fiorisce nella non identificazione.
La non identificazione è la conseguenza non di tecniche, pratiche, sapere acquisito, ma di comprensioni raggiunte.