L’ingresso nel silenzio della mente: vivere nella contemplazione del reale

Un’immagine: uscire da un ipermercato e trovarsi immersi in un bosco di faggi.
Nella faggeta non c’è silenzio, inteso come assenza di stimoli, c’è una vita che si dispiega secondo ritmi dilatati, distesi.
Nell’ipermercato c’è l’eccesso di stimoli di ogni genere.
I due esempi sono metafora della realtà della vita nella contemplazione, il primo; della vita nella mente/identità, il secondo.
E’ possibile a tutti il passaggio dall’ipermercato alla faggeta? Non lo so, credo che dipenda dal sentire di coscienza acquisito.
Coloro per i quali è possibile lo faranno: a passi lenti, o rapidi, supereranno le porte automatiche dell’ipermercato e si inoltreranno nel sentiero nel bosco, disposti a fare i conti con le proteste più o meno accese di quella parte di sé legata all’esistenza del passato.

Immagine da: http://goo.gl/gkB9U6


 

La natura profonda della disconnessione e della fiducia, sabato 12 aprile, Eremo dal silenzio

Disconnettere è non unire pensiero a pensiero, emozione ad emozione, azione ad azione.
La disconnessione è l’aspetto pratico della non identificazione, del lasciar fluire, la condizione per poter vivere il presente e non subire il condizionamento della mente e dei suoi fantasmi.
Disconnessione e fiducia camminano assieme: nello spazio che la disconnessione apre, e che può anche essere popolato di angosce, opera la fiducia, l’affidarsi, il confidare, l’abbandono; un modo di guardare a sé, alle proprie relazioni, ai mille fatti del quotidiano completamente diverso.

Sabato 12 aprile ore 15,40, Gruppo di approfondimento, Eremo dal silenzio, San Costanzo (PU)

Immagine da: http://goo.gl/trcE3X

La coppia 2: conoscersi

Fino a quando i due non condividono il quotidiano non inizia il processo del conoscersi.
La prima fase del rapporto è condizionata dalla fenomenologia dell’innamoramento dove il racconto della mente, delle emozioni e delle sensazioni condizionano in modo prevalente l’esperienza.
La condivisione del quotidiano scardina il racconto della mente e apre sulla possibilità di accedere ad elementi di realtà.
Noi ci sveliamo, l’altro si svela: cos’è lo svelamento?
L’apparire del limite, e della consapevolezza di esso, nelle sue mille declinazioni.
Che cosa mostra il limite? Il cammino esistenziale nostro e dell’altro, il non compreso su cui siamo impegnati, la sfida esistenziale che diventa pungolo quotidiano.
Il processo del conoscersi è il divenire lucidamente consapevoli di dove stiamo andando singolarmente e come coppia sul piano esistenziale:
– il limite personale mostra la direttrice della ricerca;
– il talento, gli aspetti del vivere che ci risultano facili mostrano il patrimonio di partenza, sottendono il già compreso, l’ambito in cui non dovremo faticare;
– le dinamiche del rapporto tra i due svelano non solo i compiti personali ma l’ecologia più generale della coppia: il rapporto ha un valore in sé e va protetto e custodito imparando a preservarne gli equilibri.
Conoscersi è innanzitutto imparare a rispettarsi.
Il limite dell’altro mi pesa, il giudizio mi oscura lo sguardo, l’insofferenza mi scuote, poi mi ricordo: “Come sono io agli occhi dell’altro?”
Questo si ripete cento volte al giorno, pian piano i due imparano a non levare le armi affilate del giudizio, a piegare la testa nelle situazioni, a tacere.
I primi passi del rispetto.
Conoscersi è infine aprirsi al mistero: in una vita vissuta assieme ciò che dell’altro avremo conosciuto sarà soltanto un piccolo aspetto della sua superficie: ciò che invece, attraverso l’altro, avremo conosciuto di noi sarà il dono più grande che avremmo potuto ricevere.

L’immagine è tratta da: http://marescomartini.blogspot.it/2013/04/passeggiate-coop.html


 

Volontà e non-mente

Una comunicazione di Soggetto, via della Conoscenza (15)
L’uomo che è arrivato alla non-mente dovrebbe accettare di non agire affatto, perché l’azione implica una finalità, la finalità implica porsi un obiettivo e porsi un obiettivo implica considerare la realtà come qualcosa che si vuole modificare o alterare o strutturare secondo quanto si pensa.

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Mente, sofisticazione, disconnessione

Alessandro chiede di approfondire questa frase di Soggetto: “Ricordatelo, perché il punto centrale del nostro insegnamento diverrà molto simile a colui che dice: “Non c’è strada, non c’è mezzo, non c’è nulla, se non il silenzio della mia mente”, che non vuol dire semplicemente negare la propria mente, ma che significa sfidarla

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Amarsi o non amarsi

Una comunicazione di Soggetto, via della Conoscenza (32)
Parlare di amarsi o non amarsi fa ridere. Amarsi o voler bene a se stessi è ciò che vi dice la vostra mente ed ottiene in sé sempre lo stesso risultato: vi imprigiona.

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