Una delle caratteristiche più straordinarie della vita monastica è la sua estrema regolarità. Tutto vi è regolato, controllato, minutamente organizzato, programmato, con una minuzia incredibile. I fatti della vita quotidiana—il pasto, le cure del corpo, il modo di salutare l’abate o di ricevere gli ospiti, di rompere il pane o di bere, i gesti di cortesia— sono descritti punto per punto nei consuetudinari. Per ogni giorno. Per tutti i giorni della vita.
monaco
La vita monastica nel medioevo11: preghiera in una vita di preghiera
Ancora oggi la giornata del monaco è interamente organizzata in vista della preghiera: «niente sia preposto all’opera di Dio» (operi Dei) dice il capitolo 43,5 della regola. Mattutino, Prima, Terza, Sesta, Nona, Vespri e Compieta si succedono da secoli.
La vita monastica nel medioevo10: le ore di sonno
Come vivono i monaci oggi? Grosso modo come han vissuto i loro predecessori. Levata molto mattiniera, tra mezzanotte e le due per cantare le Vigilie (attualmente mattutino). Quest’uso si spiega per due ragioni. Nel medioevo tutti si alzavano di buon mattino.
La vita monastica nel medioevo9: il seme fecondo
Verso la fine di una giornata di ottobre una dozzina di uomini che portavano dei carichi molto pesanti si fermarono al margine di una radura della foresta polacca, vicino alla Vistola. Pioveva dal mattino, una pioggia pesante e fredda e i vestiti, imbevuti d’acqua, pesavano sulle spalle.
La comunità monastica diffusa e la comunione virtuale
In una comunità monastica residenziale i suoi membri sono in costante relazione: essi praticano, lavorano, discutono, mangiano assieme tutti i giorni di tutto l’anno, di ogni anno.
Ma una comunità monastica diffusa come lo è quella del Sentiero contemplativo, come vive?
Brontolii, malcontento, solitudine nella Via spirituale
Se la realtà è perfetta, lo sono anche i nostri fratelli e sorelle le cui disposizioni a volte ci fanno sorgere delle perplessità. I nostri dubbi dunque sorgono dal non aver ancora pienamente compreso la natura di questa perfezione.
La vita monastica nel medioevo8: i voti
Il capitolo 58 della regola ci dice come bisogna accogliere coloro che chiedono di entrare in monastero. Si tratta di un vero e proprio psicodramma. II candidato è accolto male; non gli si accorda una «entrata facile», lo si fa attendere alla porta per «4 o 5 giorni», lo si ricopre d’ingiurie (bisogna credere che le vocazioni non erano rare all’epoca e che esse erano solide).
La vita monastica nel medioevo7: gli abitanti del monastero
Sarebbe un grande errore credere che un monastero era abitato solamente da monaci. Anche oggi vi si trovano delle persone che non sono per niente impegnate con il legame dei voti nei confronti della casa dove esse vivono, temporaneamente o stabilmente.
La vita monastica nel medioevo6: il priore
Al primo posto tra gli «ufficiali» (oboedinttiarii) che sono incaricati di aiutare l’abate a governare i monaci e ad amministrare i beni del monastero c’è il priore. Sarebbe eccessivo dire che questo «funzionario» goda dei favori di Benedetto. In realtà il patriarca non lo vuole.
La vita monastica nel medioevo5: l’abate
A ogni signore, ogni onore. L’abate, secondo san Benedetto, è il vicario di Cristo in terra (vices Christi ereditar agere, c. 13, 29), il padre del monastero sia sul piano materiale (c. 33, 8) che su quello spirituale (c. 49, 22), il pastore (c. 2,15.22), il maestro (c. 3,14), il medico (ec. 28, 8), il maggiordomo della casa (cc. 64,16 e 3,14).