Chiede Caterina: Ma se le cose cambiano in continuazione e il cambiamento avviene anche quando si sta fermi, perché scegliere una cosa piuttosto che un’altra?
La domanda di Caterina viene dalla lettura di questa frase di Lao Tzu: La vita è una serie di cambiamenti naturali e spontanei. Non opporvi resistenza – avresti solo dispiaceri. Lascia che la realtà sia realtà. Lascia che le cose fluiscano naturalmente verso la propria direzione.
La frase di Lao Tzu si presta a diverse letture e, quando queste non tengono conto del paradigma entro cui quelle parole sono state generate, la confusione può essere grande.
non agire
La meditazione senza scopo
Questa riflessione parte da un commento al post sulla meditazione quotidiana.
Quando si inizia a praticare la meditazione esiste sempre uno scopo, un obbiettivo. Dire che questo è nell’ordine delle cose: un bambino desidera divenire grande; un operaio fare lavori più creativi e gratificanti.
Un ricercatore dell’interiore desidera migliorare se stesso, cambiare, magari scomparire ma, comunque, desidera.
Sentire, non-azione, silenzio
La prevalenza consapevole del sentire genera non solo la condizione di non-azione, ma anche un sostanziale ammutolire.
All’ampliarsi del sentire corrisponde ineluttabilmente un affievolirsi dell’esercizio della volontà, un venire condotti nell’azione e nella presenza e un altrettanto ineluttabile affermarsi del senso della propria marginalità nel mondo, che induce alla discrezione, al fare un passo indietro, al tacere tutte le volte che la vita non ci indica diversamente, e anche quando sembra non ci sia alternativa al dover dire, la nostra parola si fa prudente e discreta.
La parola, il gesto che sorgono dal silenzio
Sorgere dal silenzio, da un’assenza di sé, da una non necessità di esserci.
Qualcosa sorge non con il fine di dire, affermare, dimostrare, ma perché è attivata da una domanda.
Nell’acqua calma del lago, un’onda sorge perché qualcuno vi ha lanciato un sasso.
L’acqua non aveva alcun bisogno di creare l’onda, non le mancava l’onda.