L’unica realtà

Ti è evidente
l’unica realta’
che accade proprio ora.
Quella parola,
quel volto che osservi,
quella piccola complicita’,
quei passi,
quelle ombre.
Non c’è altro.

La semplice realtà

Gesti.
Parole.
Spazio.
L’accadere della realtà.
Né umana
né divina,
la semplice realtà.
Senza aggiunte.

Niente

Puoi appoggiare
l’attenzione
solo sull’adesso.
E’ straordinario
come non rimanga
niente.
Niente.

Semplicemente accade

Come una mano
accade in un gesto
e fissa su di un foglio
stati di sentire,
così i piedi appoggiano
sulla stuoia di paglia di riso.
La vita
semplicemente accade.

Quotidiano

Piove da giorni,
la terra è satura d’acqua.
A stare qui hai imparato
a curare i fossi, a liberare i ponti;
è diverso questo dal lavoro
che fai con le persone?
Ora c’è la stufa da caricare,
ora una persona,
ora un fosso da aprire.
Qualcuno di questi gesti,
di questi incontri,
è più importante di un altro?
Sono aspetti della vita
e non credo che la vita faccia graduatorie.
Ogni cosa nasce e muore,
mentre quella cosa accade
la fai al meglio delle tue possibilità.
Può essere scavare un fosso con una pala,
o esporre una questione filosofica.
Quando quel gesto è compiuto, finisce,
non esiste più.
Non hai memoria.
Le parole, i gesti passano
e non lasciano traccia.
Quel gesto, quella parola, fotogrammi.
Non rimane niente.
Non esiste alcuna vita.

Vivere il presente

Quando noi vi diciamo “vivete il presente” non vi diciamo di lavare i piatti concentrati nel lavare i piatti (anche perché concentrarsi nel lavare i piatti è una cosa noiosissima!) ma intendiamo dire che dovete vivere con tutte le vostre componenti attente su quello che state facendo e vivendo.
Questo non significa accettare “tutto” quello che fate o che vivete, ma significa essere consapevoli di ciò che vi sta accadendo in quel momento, quindi essere consapevoli che state lavando i piatti ma che ne fareste a meno e sarebbe molto meglio che li lavasse vostro marito o i vostri figli, che quindi, indubbiamente, siete egoisti perché demandereste ad un altro un compito da fare, però per voi sarebbe molto meglio andare a fare una passeggiata e togliervi dai piedi quei piatti noiosi… Essere consapevoli di questo e, allora, chiudere l’acqua, ragionare se il fatto che i piatti li laviate dopo tre ore porta danno a qualcuno e, se così non è, in piena coscienza, essere consapevoli che voi avete bisogno di andare a fare una passeggiata, uscire e abbandonare lì i piatti per fare ciò che voi sentite consapevolmente essere meglio per voi in quel momento.
State attenti: non “far ciò che più vi aggrada”, ma fare ciò che – senza nuocere ad altri – permette a voi di fare le vostre esperienze nel modo migliore.
“E se uno ha tanti desideri – dice la nostra amica – come faccio?” Eh, cara, se se ne hanno tanti questo molte volte succede perché l’individuo non ha ancora trovato quello giusto, altrimenti, se avesse trovato quello giusto, quello più importante, non ne avrebbe alcun altro. E allora, se uno ne ha tanti, signifiaca che la sua ricerca è ancora da portare a buon fine.
Dal volume “L’uno e i molti”, vol 5, Cerchio Ifior, pag 102

“Adesso” non è illusione

Dobbiamo vivere adesso.
Lasciandoci modellare dagli eventi.
Non c’è comprensione
senza partecipazione alla vita.
Bisogna osare.
Nella totale illusorietà niente è illusorio.
Ogni scena del film,
pura apparenza,
pura finzione,
nel momento in cui accade,
su qualunque piano noi si stia vivendo
e si sia focalizzati,
in quell’adesso che accade
E’ la natura dell’Assoluto in atto,
E’ la Realtà dell’Assoluto,
l’unica cosa reale.
L’adesso non è finzione, è la Realta’
e, come la Realtà, è immobile ed eterno.
Se sposti l’attenzione diviene, inizia il film.

Nessuno è abbandonato

I nostri figli,
le persone con cui stiamo,
tutti coloro che abbiamo attorno
sono in cammino.
La vita di ciascuno è, da un lato,
esplicitazione di questo cammino, dall’altro,
successione di fotogrammi di un Eterno Presente.
In questa luce,
che cosa diventano la nostra ansia,
la nostra preoccupazione,
il nostro darci da fare?
Manifestazioni del nostro cammino.
Possiamo agitarci o stare fermi
comunque le persone che abbiamo a fianco
andranno per la loro strada, la troveranno.
Siamo lì, piccoli esseri
nelle mani della vita:
se vuole ci utilizza,
altrimenti usa altri
per realizzare i suoi scopi.
Ma nessuno è abbandonato
e se non ci siamo noi,
dio mio, come farà?
Noi siamo interpellati
e provocati dal bisogno dell’altro,
siamo chiamati a vederlo
e riconoscerlo, ma da questo
a pensare di essere determinanti..
Determinante è la Vita
che tiene ciascuno nel palmo della propria mano.