piccolo quotidiano

Il piccolo quotidiano (2)

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Soggetto: Normalmente il modo di vivere dell’uomo si articola e si struttura in base a delle scommesse e ad una perdurante eccitazione, ed è questo che poi lo porta a vivere in un continuo sballottamento. Quindi l’uomo vive lo sballottamento finché si ostina ad inserire nel quotidiano delle scommesse per poi scoprire che alcune non vanno in porto e che altre esauriscono in fretta la loro carica; ed allora dall’eccitazione l’uomo passa alla delusione in un continuo su e giù. Voi tutti vi esaltate e vi deprimete – su e giù, su e giù – eppure state già vivendo in modo diverso da quello di cui siete consapevoli, e cioè state già vivendo un processo di disconnessione interiore.

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quotidiano 1

Il piccolo quotidiano ed il tempo che bussa (1)

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Soggetto: Cominciamo a parlare del quotidiano, ma in termini diversi. La via della Conoscenza vi dice che ciò che potete vivere è il quotidiano nel suo essere piccolo, cioè routinario negli atti. Per intenderci, è tutto quello che voi subite del quotidiano, in quanto preferite impossessarvi di tutte le vostre “importanti” scommesse, che poi vi costituiscono così tanto da farvi credere che siano esse stesse il quotidiano: quello a vostra disposizione, cioè reso vostro. E quindi non fate altro che svicolare dal quotidiano, perché lo scommettersi entra anche nei rapporti con voi stessi, nelle relazioni familiari, nel rapporto con il lavoro e nel rapporto con l’alterità. E nemmeno vi accorgete che state affrontando anche la via della Conoscenza in questo modo, cioè giocandovi la vostra partita intensamente, come una scommessa.

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senza orizzonte

La nostra vita senza obbiettivi

Per molti anni ci siamo alimentati e dissetati alla fonte dell’amore che provavamo per il nostro partner: ci dava senso, esperienza, orizzonte.
Per tanto tempo il nostro lavoro è stato la nostra vita. Le nostre mansioni, la nostra funzione, le relazioni erano il nutrimento delle nostre giornate.
Quando tutto questo, e molto altro, viene meno, oscilliamo tra il non senso e la depressione che incombe.
Quando non abbiamo più adesioni a qualcosa e siamo privi di obbiettivi, di cosa si sostanzia il nostro vivere? Che cosa ci rimane?
Quello che abbiamo.
Quello che accade.
Quello che si presenta e ci chiede di essere vissuto.
Dobbiamo riconvertirci dall’essere protesi, dall’incessante edificazione di una interpretazione della realtà che ci gratifichi, al ciò che è, al ciò che accade.
Dal sogno dell’esserci, alla realtà dell’essere.

Immagine da http://goo.gl/t6xYtY



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Tornare incessantemente all’essenziale

Che cos’è l’essenziale? Ciò che ora la vita ci presenta privo di giudizio e di aspettativa.
Ciò che viene è riconosciuto come la nostra vita.
La mente sempre tenta di giudicarlo, di confrontarlo con altro e sempre lo lega al desiderio.
Vedere questo gioco, non alimentarlo, disidentificarsi.
Tornare al fatto, a ciò che accade.
Vedere le sensazioni, le emozioni e i pensieri che sorgono e lasciarli andare.
Quel fatto implica sempre un altro da noi, è portato da qualcuno: una persona, un animale, un evento meteorologico.
Ci accorgiamo di questo “altro”? O vediamo solo noi stessi, i nostri giudizi e ciò che ci aspettiamo?
Chi è, che vita ha, cosa sta simbolicamente narrando?
Questo altro ci svela perchè mostra la nostra distrazione, il nostro egocentrismo, la nostra diffidenza..
Torniamo incessantemente a ciò che la vita attimo dopo attimo ci presenta: in quel presente senza tempo comprendiamo chi siamo e veniamo trasformati; lì prende forma il senso del nostro esistere.

L’immagine è tratta da: http://goo.gl/dN9ClK

Imparare a vivere il quotidiano

“Tratta il riso come fossero i tuoi occhi” diceva Dogen al cuoco del monastero zen.
Noi diremmo: “Tratta ogni momento della tua vita come l’unico che hai a disposizione e vivi ogni fatto senza proiettarlo sul futuro e senza radicarlo nel passato”.
Sabato 8 febbraio, nel contesto del gruppo di base del Sentiero, Roberto affronterà i temi dell’imparare a vivere ciò che attimo dopo attimo si presenta alla nostra esperienza scendendo nella profondità di esso e lasciandosi fecondare.
Da questa disposizione interiore rivolta a tutte le cose piccole, minute e insignificanti germoglia il senso del nostro vivere.

All’Eremo dal silenzio, San Costanzo.
Inizio ore 16,20 puntuali.
Conclusione ore 19.

Immagine tratta da: http://goo.gl/JqDZW1

Qual’è la natura profonda di una giornata?

Una sequenza di fatti che apre sull’esperienza del “quel che è”.
Una intenzione è un fatto.
Un pensiero è un fatto.
Un’emozione è un fatto.
Un’azione è un fatto.
I fatti non vanno vissuti nella loro conseguenzialità come se fossero uno la prosecuzione dell’altro: vanno vissuti come se non fossero preceduti da niente e non dessero luogo a niente.
Sospesi nel senza tempo perchè non connessi ad altro che al loro accadere.
La consapevolezza di fatti così vissuti conduce la persona nella natura profonda di ogni fatto: ciò che viene vissuto non è positivo o negativo, costruttivo o distruttivo, attraente o repellente,
è semplicemente “quel che è”.
L’esperienza del “quel che è” apre orizzonti di senso difficilmente immaginabili da chi vive dentro la catena dei fatti e degli eventi.


Trattare ogni aspetto del quotidiano come se fosse il primo e l’ultimo

Se la consapevolezza illuminasse ogni aspetto del esistere le nostre giornate traboccherebbero di senso.
Quella consapevolezza darebbe luogo ad una profonda ecologia interiore: i pensieri, le emozioni, le azioni si allineerebbero senza fatica con il sentire.
Ogni aspetto che si presenta alla nostra attenzione è il primo e l’ultimo: viverlo senza presenza è non vivere.
Senza consapevolezza non siamo nella vita ma, tuttalpiù, nel pensiero di essa.
Come  fare? Affinché ciò che accade (pensiero, emozione, azione) illumini l’essere, è necessario che non sia connesso al passato e proiettato sul futuro: ciò che accade è ora e mai più.
E’ presente senza tempo.
Per poter entrare in quella dimensione la consapevolezza deve appoggiare innanzitutto sull’elemento corporeo: se l’essere corpo è presente, anche l’accadere senza tempo lo è.

Foto: http://fqwimages.com/, autore Fong Qi Wei

 

L’avanzare delle dimensione contemplativa del vivere

Il post di Alessandro di ieri parla di questo. Più si comprende il vivere, il suo senso profondo, più si entra nella dimensione del quotidiano, del feriale, del piccolo fatto che invece di perdersi tra mille altri piccoli fatti insignificanti e anonimi, assume rilevanza e centralità.

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