Qual’è la natura profonda di una giornata?

Una sequenza di fatti che apre sull’esperienza del “quel che è”.
Una intenzione è un fatto.
Un pensiero è un fatto.
Un’emozione è un fatto.
Un’azione è un fatto.
I fatti non vanno vissuti nella loro conseguenzialità come se fossero uno la prosecuzione dell’altro: vanno vissuti come se non fossero preceduti da niente e non dessero luogo a niente.
Sospesi nel senza tempo perchè non connessi ad altro che al loro accadere.
La consapevolezza di fatti così vissuti conduce la persona nella natura profonda di ogni fatto: ciò che viene vissuto non è positivo o negativo, costruttivo o distruttivo, attraente o repellente,
è semplicemente “quel che è”.
L’esperienza del “quel che è” apre orizzonti di senso difficilmente immaginabili da chi vive dentro la catena dei fatti e degli eventi.


Trattare ogni aspetto del quotidiano come se fosse il primo e l’ultimo

Se la consapevolezza illuminasse ogni aspetto del esistere le nostre giornate traboccherebbero di senso.
Quella consapevolezza darebbe luogo ad una profonda ecologia interiore: i pensieri, le emozioni, le azioni si allineerebbero senza fatica con il sentire.
Ogni aspetto che si presenta alla nostra attenzione è il primo e l’ultimo: viverlo senza presenza è non vivere.
Senza consapevolezza non siamo nella vita ma, tuttalpiù, nel pensiero di essa.
Come  fare? Affinché ciò che accade (pensiero, emozione, azione) illumini l’essere, è necessario che non sia connesso al passato e proiettato sul futuro: ciò che accade è ora e mai più.
E’ presente senza tempo.
Per poter entrare in quella dimensione la consapevolezza deve appoggiare innanzitutto sull’elemento corporeo: se l’essere corpo è presente, anche l’accadere senza tempo lo è.

Foto: http://fqwimages.com/, autore Fong Qi Wei

 

L’avanzare delle dimensione contemplativa del vivere

Il post di Alessandro di ieri parla di questo. Più si comprende il vivere, il suo senso profondo, più si entra nella dimensione del quotidiano, del feriale, del piccolo fatto che invece di perdersi tra mille altri piccoli fatti insignificanti e anonimi, assume rilevanza e centralità.

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In prestito

Salire in macchina e guidare per le vie della città.
Registrare, attutito come se raggiungesse sott’acqua,

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Ogni sguardo mi commuove

Il tempo dell’autunno mi sintonizza.
Mi ripiega, mi accovaccia.
Entra nel corpo, l’autunno,
si installa.
In questa stagione ho radici,
è un ritorno.

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L’esercizio della pazienza

Potremmo osservare le stagioni della natura e quelle della vita dell’uomo nell’ottica della pazienza.
Che cos’è la pazienza? Quello stato che sorge dal non essere vittime della spinta dell’identità che costantemente cerca scene nuove.
Come sorge? Allenandosi nella disconnessione da questa spinta.

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La consapevolezza dei piccoli fatti

Oggi è stata una giornata deprimente, di quei giorni che mi sembra che l’esistenza mi tolga qualunque appiglio, ogni spiraglio di serenità. Citando i Rolling stones “I can’t get no satisfaction”,  niente che non possa sostenere, questo è ovvio, ma una serie di piccole grandi cose che messe una in fila all’altra mi fan venir voglia di dire basta, di chiedere una tregua,

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Irrilevanza

T’alzi che è ancora notte,
l’usignolo canta.
Il tepore del caffè d’orzo,
le ombre della stanza.
Le fondamenta del tuo giorno
sono piccole cose,
la tua vita è una piccola cosa.
Ti disponi senza pretesa.