57. Sentire dall’interno delle situazioni è una peculiarità del sentire. La percezione avviene tra due entità separate, il sentire supera ogni separazione e sente nella fusione. Se questo sentire dall’interno affluisse alla consapevolezza dell’incarnato non credo sarebbe sopportabile, questa è la ragione per cui sono limitate le situazioni in cui sentiamo senza separazione alcuna.
quotidiano
Il percorso dell’intenzione, un intermezzo 4
Ho scritto nel post precedente dell’intenzione che plasma il corpo e l’ambiente astrale: ho l’impressione di non essere stato esaustivo ma non insisterò ancora. Un’influenza che mi accompagna da una settimana mi offusca un po’ la consapevolezza e ci sarà modo e tempo per completare.
Contemplazione quotidiana 2
35. Nessuno è quello che mostra né quello che crede di essere: lo sguardo contemplativo, la focalizzazione sul sentire ci portano a comprendere l’illusorietà di ogni manifestazione.
Contemplazione quotidiana 1
18. Al paragrafo 17 evidenzio il nodo della disciplina di vita: se la vita vera, autentica, è ciò che vogliamo realizzare, allora entriamo in un ambito in cui le forze, le disposizioni, il carattere, gli attaccamenti, i bisogni vanno gestiti e disciplinati.
Nel quotidiano, non sapere più cosa sia importante [vdc51]
Le basi della Via della conoscenza. Il quotidiano è per voi soltanto ciò che la vostra mente separa in attività importanti e non importanti, in attività necessarie e in attività realizzanti, stabilendo ciò che è prioritario o secondario, realizzante o penalizzante.
Oggi, nel Sentiero
All’inizio del giorno:
Pratica meditativa
“Lettura per l’interiore”
Durante la giornata
Studio dei post del Sentiero e del Cerchio Ifior
Lettura e partecipazione alle discussioni comunitarie
Alla fine del giorno
Partecipazione all’incontro comunitario del “Si fa sera”
Ogni lunedì
Incontro comunitario nel “Lunedì del Sentiero”
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Il ritmo delle giornate del monaco
Il ritmo di una giornata è come la colonna vertebrale di una persona: rende possibile il compiersi della vita. Per dei monaci che vivono nel mondo, come molti di noi, e non hanno il sostegno dello scorrere ritmato della vita entro le mura di un monastero, può risultare complesso l’essere sostenuti e condotti dal ripetersi sempre uguale degli appuntamenti nelle ore del giorno e della notte.
Il superamento della nozione di straordinario e la realtà dell’ordinario
Il mattino di venerdì, mentre noi arrivavamo all’Eremo di Fonte Avellana, un gruppo di persone di varie nazionalità terminava l’intensivo di Vipassana durato dieci giorni: ci lasciavano un ambiente vibratorio ideale.
Una coincidenza interessante: usciva un modo di vivere la via spirituale profondamente ancorato al silenzio e alla pratica meditativa, ed entrava un mondo senza-forma che non è incernierato né sul silenzio, né sulla pratica meditativa e che supera la nozione stessa di via spirituale.
Dieci giorni di meditazione Vipassana sono una esperienza indubbiamente straordinaria, una prova.
I piccoli fatti e il nostro modo di viverli
Dice un amico proponendo un argomento per l’intensivo di giugno: Sarà la vita frenetica, i ritmi assurdi del lavoro, lo stato usurato di alcuni corpi ma spesso quello che cerco è di riposare, recuperare energie, alleggerire. Tutti atteggiamenti che contrastano con quelli virtuosi di un buon ricercatore della via.
In fondo però vorrei poter dire: e chi se ne frega?
1- La fatica e la necessità di riposare e di disconnettere: sapere quando fermarsi.
È fondamentale: siete immersi in impegni e condizionati dagli orari e dallo stress che si accumula, se non sapete quando fermarvi vi immolate al fare e se al fare coatto aggiungete anche quello della via interiore, divenite un grumo di doveri.
Niente più dell’ordinario ci interroga e ci insegna
Come sapete, la lunga stagione dell’insegnamento attivo nel Sentiero è finita: ciò che rimane e permane nel tempo, è il lavoro sottile di un gruppo di persone attente al quotidiano e ai movimenti del loro interiore.
Da cosa è costituito l’ordinario quotidiano?
Da ciò che la nostra coscienza crea e che, in quei termini, è percepibile e sperimentabile solo da noi e sempre narra del compreso, del non compreso e dei dati di cui essa necessità per procedere nel compito di ampliare il sentire che la costituisce.
Quando è chiamato in causa il compreso, il nostro operare sarà facile e nella gratuità; quando è il non compreso che bussa, è probabile che vi sia un certo tasso di attrito, di fatica e di condizionamento generato dall’identificazione.
La persona non è mai pienamente consapevole della portata dell’ordinario che la impatta: provenendo da un passato in cui si interpretava come vittima, mai finisce di imparare, di considerare, di compenetrare il presente come possibilità e come specchio di sé.