Un tempo l’umano credeva che le forze delle natura esprimessero la volontà di Dio.
Oggi, ad esempio, crede che una guarigione inspiegabile sia dovuta all’intervento divino.
E’ sbagliato questo credere? Dipende.
Se l’umano ritiene che all’origine di tutta la manifestazione ci sia l’intenzione divina e quindi ogni fenomeno ed ogni fatto non siano altro che la rappresentazione di quella intenzione, direi che c’è poco da obiettare, semmai c’è da intendersi.
quotidiano
Proteggere le proprie possibilità
Cos’è una possibilità? Ciò che si presenta nel quotidiano, nella ferialità dei giorni, ed anche, ovviamente, nell’eventuale straordinario.
Ciò che viene, che accade, offre una possibilità di esperienza, di consapevolezza, di comprensione, di contemplazione.
Ciò che viene è portato da coloro che abbiamo attorno: il partner, i figli, gli animali di casa, i compagni di viaggio, gli amici, i colleghi di lavoro.
La meditazione e l’atteggiamento meditativo
1- In questo preciso istante, dove è appoggiata la consapevolezza?
2- C’è la disposizione a lasciar andare, a non trattenere, a non indugiare sull’oggetto della consapevolezza?
3- Se lascio andare, dovendo comunque esserci un punto focale, dove si appoggia allora la consapevolezza?
4- Sulle sensazioni, la piattaforma base di tutto l’esistere.
Questo processo è valido a patto che poi le sensazioni non divengano il nuovo indugio.
Il processo descritto è quello dell’atteggiamento meditativo che accomuna un po’ tutte le pratiche meditative: il punto focale può essere rappresentato dal respiro, da un oggetto, da una parola invece che dalle sensazioni, ma la sostanza è quella.
Doghen, Jinzu (4) Il libero, straordinario agire
Eihei Doghen Zenji
SHOBOGHENZO JINZU
L’AUTONOMO E LIBERO OPERARE (JINZU)
(Quale è il senso del vivere quotidiano?)
Introduzione e trasposizione, Watanabe Koho Roshi
DAI I Zenji (4) è, nella linea di discendenza tradizionale diretta, di maestro in discepolo, il trentasettesimo a partire da Shakyamuni, e fu il discepolo di HYAKU JO Zenji (5), il maestro che in Cina per primo stabili delle regole per la convivenza fra monaci. Sono moltissime in Cina le persone che da allora fino ai giorni nostri hanno attinto all’insegnamento di Dai i Zenji, fra coloro che hanno assimilato la via di Budda come propria norma di vita e che hanno espresso in termini di insegnamento quel veritiero modo di essere.
Il piccolo quotidiano (2)
Comunità per la via della Conoscenza | Voce nell’impermanenza
Informazioni \ La sezione del sito dedicata
Soggetto: Normalmente il modo di vivere dell’uomo si articola e si struttura in base a delle scommesse e ad una perdurante eccitazione, ed è questo che poi lo porta a vivere in un continuo sballottamento. Quindi l’uomo vive lo sballottamento finché si ostina ad inserire nel quotidiano delle scommesse per poi scoprire che alcune non vanno in porto e che altre esauriscono in fretta la loro carica; ed allora dall’eccitazione l’uomo passa alla delusione in un continuo su e giù. Voi tutti vi esaltate e vi deprimete – su e giù, su e giù – eppure state già vivendo in modo diverso da quello di cui siete consapevoli, e cioè state già vivendo un processo di disconnessione interiore.
Doghen, Jinzu (3), Dimentichi di sé
Eihei Doghen Zenji
SHOBOGHENZO JINZU
L’AUTONOMO E LIBERO OPERARE (JINZU)
(Quale è il senso del vivere quotidiano?)
Introduzione e trasposizione
Watanabe Koho Roshi
In un antico testo religioso è scritto quanto segue. I veri uomini della via che hanno preceduto nel tempo Shakyamuni vengono indicati come suoi discepoli, e portano in offerta a Shakyamuni la veste monacale, ed eretto un monumento in suo onore celebrano una cerimonia per lui. In quell’occasione Shakyamuni disse che era straordinario l’operare senza limiti che oltrepassa i confini del tempo e dello spazio dei veri uomini della via (3).
Ciò che questo testo sacro vuol indicare, è che i veri uomini della via, del passato, del presente, del futuro, tutti senza eccezione agiscono e praticano lo straordinario operare senza limiti, come fondamento del proprio vivere. Che cosa è l’operare senza limiti, cosa mai facendo si opera in modo straordinario? Dimentichi di ciò che si sa, lasciando stare la propria conoscenza (non fissandosi ad essa) agire in modo da far risplendere, brillare di luce propria ogni cosa che io ora incontro, nei termini propri dell’ineludibile realtà di quella cosa stessa.
Il piccolo quotidiano ed il tempo che bussa (1)
Comunità per la via della Conoscenza | Voce nell’impermanenza
Informazioni \ La sezione del sito dedicata
Soggetto: Cominciamo a parlare del quotidiano, ma in termini diversi. La via della Conoscenza vi dice che ciò che potete vivere è il quotidiano nel suo essere piccolo, cioè routinario negli atti. Per intenderci, è tutto quello che voi subite del quotidiano, in quanto preferite impossessarvi di tutte le vostre “importanti” scommesse, che poi vi costituiscono così tanto da farvi credere che siano esse stesse il quotidiano: quello a vostra disposizione, cioè reso vostro. E quindi non fate altro che svicolare dal quotidiano, perché lo scommettersi entra anche nei rapporti con voi stessi, nelle relazioni familiari, nel rapporto con il lavoro e nel rapporto con l’alterità. E nemmeno vi accorgete che state affrontando anche la via della Conoscenza in questo modo, cioè giocandovi la vostra partita intensamente, come una scommessa.
Doghen, Jinzu (2), L’agire attimo per attimo
Eihei Doghen Zenji
SHOBOGHENZO JINZU
L’AUTONOMO E LIBERO OPERARE (JINZU)
(Quale è il senso del vivere quotidiano?)
Introduzione e trasposizione
Watanabe Koho Roshi
Questo diretto e libero modo di essere, è il modo di funzionare per cui l’occhio riflette un particolare oggetto così come è senza inserire la minima alterazione e l’orecchio recepisce il suono pulito cosi com’è; e ancora, il naso, la lingua, il corpo, la mente, cioè gli organi di senso (che possono essere classificati in sei ambiti) gli strumenti della conoscenza, tutti uno per uno, sono messi in opera e fatti risplendere vivacemente per quello che sono.
Ed inoltre, è anche possibile vedere l’opera della forza vitale che, unica, presiede e controlla quei sei. Ed inoltre, non ci si fissa con pervicacia alle proprie vedute e si può quindi far operare l’illimitato modo di lavorare che fa risplendere al massimo ogni cosa proprio perché è quella cosa.