Agire nel mondo mossi dalla compassione, non dalla protesta

Scrive Melania: La lotta alle ingiustizie, quando fermarsi, quando riconoscere che è l’identità che sbraita invece di convincersi di esser mossi dal giusto sentire? […]
Cioè, tutto ci interpella, ma se incontri una vecchina caduta in terra la aiuti a rialzarsi? Ovvio! Se sparano a un nero per il colore della sua pelle manifesti l’assurdità di questo gesto, se convocano in tribunale un minore straniero non accompagnato senza motivo ne chiedi le ragioni, se accusano una freelance per un falso ma il suo capo era connivente, pretendi che lei non sia la sola a pagare: ma quanto ci riguarda davvero tutto questo e in che termini? […]

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L’identità desidera il nuovo, il contemplante osserva il reale

Argomento su cui torniamo frequentemente perché mai risolto una volta per tutte: l’identità cerca e desidera il nuovo e il suo gioco può oscurarci lo sguardo fino a non farci vedere più niente: vediamo a quel punto solo il desiderio che non trova soddisfazione, avvertiamo una frustrazione che non trova appagamento essendo mai il presente corrispondente a ciò che desideriamo, o crediamo di desiderare.
La via contemplativa per realizzarsi, per prendere forma, ha bisogno di non essere inficiata e condizionata dal desiderio: il contemplante non può coltivare il desiderio, pena la perdita di se stesso e del proprio cammino esistenziale.

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Le diverse realtà dell’identificato e del non identificato

Afferma Maria nel commento al post Solo il giudizio ci separa dall’Uno: “[…] pura tossicità la logica del divenire, dell’imparare, del perfezionarsi.
Puro veleno che, immersi nella sequenzialità della mente e del divenire, non possiamo non bere fino a quando ci diviene evidente che esso ci ottenebra l’esperienza di quel che è”. Queste parole mi risultano di difficile comprensione, sarà che mi sento molto dentro la logica del divenire, avverto una logica di giudizio nel descrivere una parte ineludibile della nostra realtà. Perché deve essere veleno se è necessario passare di lì per giungere a superarlo? Sento che se non si sciolgono prima dei nodi identitari nel piano del divenire si rischia di rimanerne invischiati e parlare di Essere rimane solo una bella teoria.”

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L’Assoluto e l’architettura della realtà

In questa sezione del sito pubblichiamo stralci dei capitoli del libro del Cerchio Ifior: L’Assoluto e l’architettura della realtà.
Lo scopo è quello di offrire ai lettori delle opportunità di riflessione e di conoscenza che potranno poi approfondire attraverso la lettura dell’intero volume.
Ogni voce dell’indice di seguito riportato rimanda a singole pagine che contengono estratti dei capitoli del volume in questione.

Fonte: Cerchio Ifior, L’Assoluto e l’architettura della realtà, collana Dall’Uno all’Uno, volume quarto, edizione privata.
Download del volume (pdf).


Indice degli argomenti trattati 
(Le pagine sono in lavorazione, sono complete quando il titolo è interamente linkato)

Strumenti e processi operanti nel Cosmo  

La natura dell’Assoluto che non diviene, ma che è

Come nasce un cosmo: una allegoria teosofica

Dall’ambiente cosmico alla vita: un esempio

La creazione della Realtà nei millenni  

Gli strumenti e i processi nell’architettura della Realtà  

L’etica degli strumenti  

L’etica, la morale e gli archetipi  

L’Archetipo Permanente della fratellanza  

Gli Archetipi nell’architettura della Realtà  

La vibrazione e i cicli  

L’unità elementare  

Collegamenti tra carattere, Io e personalità  

Carattere, personalità, Io e simbolo  

La mente e la realtà    

Uno strumento dell’uomo: il  corpo mentale  

Comprendere il sentire  

L’imprinting    

La conservazione dell’energia  

L’equilibrio dei corpi transitori  

La cristallizzazione e il cosmo  

La vibrazione e la risonanza  

La Vibrazione Prima  

Vibrazione e simbolo  

Imprinting, istinto e dizionari simbolici  

Un processo del Cosmo: il karma    

La formazione del simbolo  

Il percorso del simbolo e la sua percezione  

La decodifica del simbolo nei vari corpi  

Il dizionario simbolico del Cosmo  

Il ciclo della Vibrazione Prima e il simbolo  

Le influenze sulla decodifica del simbolo  

Il piccolo ciclo vibratorio dei corpi inferiori e i somatismi  

Il linguaggio come simbolo e la sua decodifica  

L’errore di decodifica e i dizionari simbolici


Dizionario del Cerchio Ifior

La pratica della presenza al Reale che viene e che è

Proseguiamo l’argomentare iniziato con Le fondamenta della vita interiore e di quella spirituale.
La pratica della presenza al Reale che viene e che è costituisce la radice della vita spirituale: il cammino di conoscenza, consapevolezza e comprensione matura in una pratica che si dispiega nell’insieme del vissuto quotidiano ed esistenziale.
L’esperienza della presenza al Reale è il frutto dell’attitudine meditativa che prende la forma:
– dell’ascolto;
– dell’osservazione;

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La materia e la sua struttura: approfondimenti

d-30x30La materia e la sua struttura: approfondimenti. Dizionario del

Forse vi starete chiedendo perché esistono e quali sono i limiti che vi impediscono di vedere la realtà materiale che vi circonda senza essere soggetti all’illusione.
La risposta – che, probabilmente, in gran parte vi sfugge – è, in fondo, abbastanza semplice: i limiti sono strettamente indispensabili e necessari proprio per non farvi comprendere la grandezza del “disegno”. Se voi poteste veramente vedere tutte le materie che sono intorno a voi – a parte il fatto che, se le vedeste tutte contemporaneamente, non riuscireste a capirci praticamente nulla – ma se riusciste a guardarle discernendo in un modo abbastanza comprensibile la grandezza del “disegno”, ad un certo punto dell’evoluzione ciò vi renderebbe talmente storditi da restare bloccati in voi stessi e non riuscireste ad assaporare la vita che conducete.
Ricordate che se siete incarnati sul piano fisico è perché dovete comprendere; se dovete comprendere significa che dovete fare esperienza; se dovete fare esperienza la vostra principale – ripeto: “principale” – preoccupazione deve essere quella di vivere la vostra vita e per far ciò è necessario che la vostra attenzione sia puntata principalmente su voi stessi e sulla vita che state vivendo, o – meglio ancora – su ciò che la vita che state vivendo fa introiettare a voi stessi per smuovere la vostra interiorità e portarvi poi alla comprensione.
Ecco perché certe qualità che permettono di vedere una parte della realtà al di là del piano fisico, vuoi… che so io… la chiaroveggenza, ad esempio, incominciano a comparire soltanto a un certo punto dell’evoluzione, verso la fine, quando cioè l’individuo ha raggiunto un’evoluzione tale per cui, anche possedendo queste doti, la sua vita non verrà sommersa, nascosta da queste doti, ma egli riuscirà comunque e sempre a trarre comprensione dall’esperienza fisica che sta vivendo.
Potreste arrivare a generalizzare quanto ho appena detto arrivando a pensare che, magari, la possibilità di dare una sbirciatina negli altri piani sia comunque e sempre indice di ottima evoluzione. Non sempre è necessariamente così, questo è un campo in cui non è possibile generalizzare o schematizzare all’eccesso, dal momento che vi possono essere migliaia di diversità, migliaia di sfumature nelle varie possibilità; potrebbe essere che la persona ha bisogno di quel tipo di esperienza per comprendere; potrebbe essere una situazione karmica per cui quella persona è costretta – per esempio, per qualche cosa commesso in precedenza – a percepire tutte le volte che un’altra persona sta male, o che una persona viene uccisa, o che un bambino viene rapito come succedeva nel caso di quel veggente famoso; questo indipendentemente dall’evoluzione, ma per necessità karmica.
Non c’è, quindi, una regola fissa sulla questione che vi possa permettere con certezza di stabilire il gradi di evoluzione di una persona in base ai presunti poteri che possiede. A volte volete costringere la realtà in un uovo, ma le pareti di questo uovo son talmente leggere che la realtà sfugge sempre; non è sempre tutto così facilmente quadrabile. D’altra parte che non ci si trovi davanti ad un indicatore sicuro di evoluzione è il fatto che esistano un numero grandissimo di persone con buona o ottima evoluzione che, pure, non possiedono o non manifestano poteri particolari, ma vivono la loro vita nel più semplice e anonimo dei modi.
Un altro piccolo punto che aveva dato dei problemi era il discorso dell’arancio (poi diventato un mandarino, non si sa come mai!).
In realtà, forse è stato presentato abbastanza confusamente il concetto proprio in partenza, in quanto non era stata data la molla iniziale del discorso; era stato detto, come esempio figurato per spiegare l’unità elementare e cosa succede allorché si spezza un’unità elementare, che supponendo il caso che l’unità elementare del piano fisico fosse un’arancia, spezzando l’arancia (quindi spezzando l’unità elementare) non si otterrebbero più due mezze arance (due mezze unità elementari del piano fisico) ma si otterrebbe invece un insieme di materia del piano successivo; senza entrare nel particolare che, certamente, questo insieme di materia del piano successivo conteneva in sé, compenetrata, anche la materia degli altri piani di esistenza, e questo discorso andava ripetendosi poi su tutti i vari livelli di esistenza fino ad arrivare poi dove sapete voi.

La natura della materia del piano fisico

d-30x30La natura della materia del piano fisico. Dizionario del

Certamente avrete pensato che, in tutto il periodo in cui vi abbiamo fatto pervenire le nostre parole, non vi fosse tra i vari discorsi un vero nesso logico, un discorso unitario, come se le comunicazioni seguissero un andamento caotico e disordinato; infatti, accanto a qualche accenno – peraltro molto saltuario – a concetti filosofici, vi è stato accennato anche alla Realtà, affermando che essa non è quella che i vostri sensi normalmente percepiscono; vi abbiamo parlato di epoche lontane; vi abbiamo parlato di fatti pratici inerenti la quotidianità della vostra vita ma, soprattutto, abbiamo dato rilevanza ai concetti di Io, di Auto-conoscenza e di Amore.
Tutto ciò – invece di essere un’accozzaglia caotica di elementi, come a qualcuno può essere sembrato – aveva la funzione di stimolare il vostro intimo, di far sì che incominciaste prima di tutto a ricercare voi stessi, in quanto – e non ci stancheremo mai di ripeterlo, anche se alcuni di voi saranno invece già stanchi di sentircelo dire di continuo – il primo passo verso la comprensione del Tutto muove proprio dalla comprensione di voi stessi.
È per questo motivo – ad esempio – che abbiamo sempre evitato di parlare in modo diretto a lungo di Dio: come potete, infatti, aspirare a conoscere prima e a comprendere poi anche la più elementare questione che riguarda Dio, se non riuscite neppure non solo a capire gli altri uomini e la fratellanza di fatto e non di parole che vi lega ad essi, ma addirittura a comprendere che cos’è che volete veramente in realtà?
In realtà …realtà…realtà…
Abbiamo affrontato più volte – anche indirettamente – il concetto che la Realtà non è quella che a voi appare, anzi, la vostra percezione del reale è non soltanto frammentaria e incompleta, ma spesso addirittura illusoria a causa di fattori inerenti il vostro più profondo sentire e, in particolare, a causa dell’Io che si serve della mente – punto di passaggio delle percezioni della realtà esterna – per modificare, a mano a mano che entra in voi, la percezione di ciò che è reale all’esterno di voi.
Ma esiste davvero una realtà all’interno del mondo fisico, oppure il mondo dei fenomeni in cui vivete è tutto un sogno, plasmato dalle vostre percezioni limitate e dai vostri desideri che – come spesso abbiamo visto – hanno la tendenza ad indurvi a vedere solo ciò che più vi appaga ed a cercare di modificare in questa prospettiva tutto ciò che va contro il vostro Io?
Per questa volta lasciamo per un poco da parte l’influenza che ha l’Io nel modificare la realtà percepita tramite i vostri sensi, ed esaminiamo invece la realtà esterna alla vostra mente e – quindi – al di fuori delle alterazioni soggettive che l’Io produce sulla realtà allorché essa viene a scontrarsi con i suoi impulsi; facciamo – o cerchiamo di fare – cioè un discorso inerente la realtà oggettiva esterna, effettiva, del mondo fisico.
Avevamo già affermato che solo una porzione limitata della realtà esterna è riconosciuta e abbracciata dalle vostre percezioni e che – malgrado questo – siete in grado di conoscere l’esistenza di cose che, pure, non riuscite a vedere, a sentire, a gustare, a toccare o ad odorare, cioè a percepire, per via normale; così, ad esempio, sapete che esiste ossigeno intorno a voi e che esso è un elemento necessario alla sopravvivenza del vostro corpo fisico, anche se dell’ossigeno non avete alcuna percezione diretta, riconoscibile tramite i vostri sensi.
Avevamo anche detto che se possedeste un organo della vista molto più acuto – così acuto da essere in grado di scorgere gli atomi, uno per uno – il mondo che siete abituati a vedere non esisterebbe più sotto quell’aspetto: le forme sparirebbero e tutto ciò che ora vedete intorno a voi – e perfino il vostro corpo – non vi apparirebbe altro che un vorticare di piccolissime particelle – più o meno compatte e uniformi – così numerose che non riuscireste più a fare distinzione tra forma e forma perché anche gli spazi che ai vostri occhi appaiono, in condizioni normali, completamente vuoti, sono in realtà pieni di materia.
Se poi voi riusciste a vedere ad un livello percettivo ancora più acuto, le differenze che avreste potuto osservare nel caso precedente, riguardo alla costituzione della materia del mondo fisico – ovvero la grandezza e la composizione dei vari atomi – si trasformerebbero a loro volta e vedreste che, ad un certo punto, l’unica differenza nella materia che vi circonda risiede nella densità delle particelle e che tutte queste particelle sono identiche le une alle altre.
A questo punto avreste scorto la realtà prima del piano fisico, la reale forma della sua materia, cioè ciò che, in ultima analisi, costituisce tutto il piano fisico, tanto che è possibile affermare che ogni cosa che vedete intorno a voi non è altro che una ripetizione di queste particelle di base dalle quali, per loro maggiore o minore aggregazione, proviene tutto ciò che vi circonda.
Questa particella che – per intenderci – chiamerò “unità elementare”, è insomma l’elemento costituente, la base, che forma tutta la materia del vostro piano di esistenza e che, quindi, struttura e organizza la realtà concreta intorno a voi.
Quest’unità elementare può essere assimilata al concetto di atomo, così come lo avevano postulato Democrito e, in seguito, Platone, quale fondamento ed elemento unico costituente il divenire della realtà oggettiva della materia, anche se l’indivisibilità è una caratteristica valida – per l’unità elementare – solo finché si resta, appunto, all’interno del piano fisico.

Concetti essenziali dell’insegnamento filosofico

d-30x30Concetti essenziali dell’insegnamento filosofico. Dizionario del

Archetipi permanenti
Istanze morali assolute e permanenti, valide per tutte le individualità incarnate, emesse come vibrazione dall’Assoluto e tali da impregnare totalmente il manifestato, in maniera da poter costituire il termine di riferimento della coscienza per arrivare a comprendere quanto è vicina o lontana dalla vera comprensione.

Archetipi transitori
Istanze morali relative, create dai bisogni evolutivi comuni di gruppi di incarnati che hanno bisogno di sperimentare determinate comprensioni. Agiscono direttamente sull’individuo dando il via al suo modo di rapportarsi con la società e l’ambiente in cui è inserito. Perdono la loro importanza e si dissolvono nel momento in cui non vi è più la necessità, da parte del gruppo, di sperimentare in quella particolare direzione.

Atmosfera vibratoria
Termine adoperato dalle Guide, riferito all’individuo, per indicare la sfera di influenza all’interno della quale si propagano le varie vibrazioni (fisiche, astrali, mentali e akasiche) dei corpi dai quali è costituito.

Consapevolezza
Coscienza di sé e di ciò che ci appartiene. Con l’evoluzione si amplia gradualmente, prendendo via via coscienza che non si è un solo corpo fisico, né solo un corpo fisico con le sue emozioni, né un corpo fisico con le sue emozioni e i suoi pensieri, fino ad arrivare ad essere consapevoli anche della propria coscienza.

Energia
Assimilabile al concetto di vibrazione.
Viene indicato come energia vibrazionale il movimento che riguarda le varie materie che formano la Realtà e che conferisce ad esse le sue peculiari qualità.

Eterno presente
Settore della Realtà in cui è scritto tutto quello che è avvenuto, avviene o avverrà nel corso della manifestazione dell’Assoluto sui piani inferiori. In esso non esiste il tempo, ma tutto esiste contemporaneamente.

Evoluzione
Passaggio da uno stato di coscienza limitato ad un stato di coscienza più ampio.

Evoluzione della materia 
Con evoluzione della materia si intende il procedere dell’individualità che sta facendo la propria esperienza da una forma di vita ad un’altra: una volta raccolte tutte le esperienze che poteva trarre da una incarnazione, e averle depositate assieme alle comprensioni sugli altri piani di esistenza, la materia fisica che le è servita per quella incarnazione non le sarà più necessaria; dovrà allora passare ad un’altra incarnazione in un’altra materia più adatta alle sue necessità evolutive.
E’ per questo ragione che avviene il transito incarnativo dell’individualità dal minerale, al vegetale, all’animale, all’umano.

Evoluzione della forma
Si intende per evoluzione della forma la necessità da parte dell’individualità che sta compiendo la sua esperienza di modificare la materia che sta incarnando, affinché possa venire espresso il grado evolutivo che l’individualità in questione ha raggiunto.
Questo significa che un’individualità che ha raggiunto una certa evoluzione dovrà incarnare un veicolo fisico che le permetta di esprimere ciò che ha raggiunto in evoluzione, e se questo non le sarà possibile, allora modificherà la materia in maniera che l’estrinsecazione del livello evolutivo diventi possibile.

Illusione
E’ il prodotto della percezione soggettiva della Realtà da parte dell’individualità non ancora capace di percepire l’interezza del Tutto a causa delle sue limitazioni.
Ovviamente è tanto più profonda quanto più il sentire dell’individualità è poco ampio: solo ampliando il proprio sentire l’individualità può diminuire la sua percezione illusoria della Realtà, avvicinandosi gradatamente al grado massimo di sentire, cioè all’Assoluto.