Quando non coltiviamo più il lamento

Quando non coltiviamo più il lamento, cosa diamo da mangiare alla nostra mente?
Quando la protesta cede il passo alla quieta e piena comprensione che la realtà non è sbagliata, ma è esattamente quella che può essere dati i sentire che la generano, di cosa riempiamo le nostre giornate?
Se non possiamo essere contro qualcuno, o contro qualcosa; a favore di qualcuno, o di qualcosa; neutrali a qualcuno, o a qualcosa, se non possiamo più emettere rifiuto, adesione o neutralità, se semplicemente abbiamo compreso che la vita non si attende che noi si esprima la nostra opinione, il nostro gradimento, che ne sarà di noi?

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L’idea della realtà quotidiana

Scrive Nicola Lagioia, commentando l’incidente ferroviario di Bari: “Che viaggiate a bassa velocità ad Andria come a Gallarate, avrete a che fare con uomini, donne, ragazze e ragazzi i cui volti sono totalmente diversi da quelli che potreste ritrovare in una fiction televisiva, in un reality, in un talent. Sono spesso i corpi e i volti di chi è stato lasciato indietro, di chi lotta con le unghie e con i denti per non essere sbattuto definitivamente fuori dal consesso sociale”.
Conosciamo qualcosa di questo paese, dei suoi mille volti che emergono ad una parziale evidenza solo quando accade qualcosa?

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Oltre il vedere, la realtà sentita

Normalmente l’umano non vede che un film prodotto, sceneggiato, diretto, fruito a suo uso e consumo.
Trascorre la grande parte delle sue innumerevoli vite all’interno del set, nella cittadella delle produzioni cinematografiche, tra attori e attrici, costumisti, scenografi, truccatrici confliggendo, spesso e volentieri, con il regista, con lo sceneggiatore e, naturalmente, con se stesso.
Non sa di vivere in un teatro di posa, gli stanno bene quello e quella ignoranza. Non di rado è pieno di sé.

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La realtà soggettiva

Esempio del mendicante – Supponiamo che in una serie di fotogrammi siano rappresentate due creature: un mendicante ed uno che passa a lui di fronte.
A questo punto nasce una variante: la creatura che passa di fronte al mendicante può scegliere tra fare l’elemosina o non farla. Fare l’elemosina è un fatto materiale, cioè togliere, da una certa quantità di monete in una borsa, una moneta e passarla nelle mani del mendicante.
Ecco della variante la prima serie di fotogrammi: la creatura passa davanti al mendicante e fa l’offerta, cioè toglie delle monete dal suo portamonete e le passa al mendicante.

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Come nasce la realtà

Non è lo spettatore che si commuove alla proiezione delle scene commoventi del film, ma è la commozione dello spettatore – commozione proveniente dal più profondo del suo “sentire” – a determinare il succedersi sullo schermo delle scene commoventi.
Questo è il modo di considerare la Realtà non secondo il punto di vista dal relativo all’Assoluto, ma dall’Assoluto al relativo, da Dio all’uomo.
Cerchio Firenze 77, Per un mondo migliore, pag. 179, Edizioni mediterrane

Il film di ciascuno è la propria vita: noi pensiamo che le scene scorrano secondo logiche loro, invece esse accadono perché create dal nostro sentire, dalla coscienza che è origine di noi e del nostro vivere.

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