[…] La pratica del dubbio è un potente antidoto contro le costruzioni concettuali con le quali l’uomo si riconosce come ‘io’ e riconosce l’altro come diverso. Sottoposto al sorgere dei dubbi, inizialmente l’uomo riesce a rifondare una differente visione della vita, però poi, senza che se ne renda conto, inizia a perdere di importanza l’obiettivo di maturare.
scomparire
Perduta l’illusione di essere un “io” si dissolve il concetto di Divino [V15]
Il Divino è l’inafferrabilità. L’unico possibile incontro con il Divino può cogliere l’uomo dentro il deserto interiore dove ci si riconosce effimeri nell’effimero. Quel Divino, di cui tanto vi raccontate, è parto della vostra mente, utile ad auto-giustificarvi finché ne sentite il bisogno.
Logiche alte e belle ma oramai inutili
Quello stato d’esistenza che precede il pensiero e il divenire è chiaro e stabile nella consapevolezza. Lì risiede la radice di quest’essere, quella è la sorgente di questa vita.
La via della Conoscenza può solo creare un vuoto [P3]
Non guardate alla via della Conoscenza come a un ‘insegnamento’ che, mettendovi in crisi nei processi mentali e nel penalizzarvi nel vostro protagonismo, vi aiuta a fare dei ‘passi in più’ e a migliorarvi nel vostro percorso di trasformazione, perché allora non state capendo che la via della Conoscenza può solo creare un vuoto dentro di voi, che è la scomparsa della vostra identità.
Quando nulla più ci spinge sulla scena
C’è una gioia unica nello scomparire,
nel divenire irrilevanti.
Un grande spazio vuoto
Da molto tempo la mente è vuota, non tanto di pensiero, quanto di adesione al suo contenuto.
C’è questo grande equivoco che vorrebbe la mente vuota tout court, quasi un azzerare le funzioni del corpo mentale.
L’inconsistenza di me e l’affiorare del Reale
Quando scelgo di sedere in zazen – e lo scelgo due volte al giorno – ho sempre una alternativa.
Il mattino potrei dormire, è ancora buio quando mi siedo, o potrei leggere i giornali;
al tramonto potrei leggere un libro, magari.