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Via della Conoscenza

La sezione del sito dedicata alla Via della Conoscenza.
Di seguito trovi alcuni dei testi che il Sentiero utilizza per costruire un paradigma della vita nell’essere e nella contemplazione.
Per facilitarne la lettura e lo studio, questi testi hanno varie evidenziazioni.
Il contenuto di questo materiale è piuttosto ripetitivo: in condizioni normali questo può risultare ridondante al lettore ma, nella fase di passaggio dal modello interpretativo duale a quello unitario, la ripetizione ha la funzione del mantra e contribuisce a plasmare la mente.

91- La vita è continuità e frattura

92- Le relazioni: voi e il mondo. Il semplice esistere

92A- Il mondo in sé. La griglia del semplice esistere

93- La sfilata: stare “per” o stare “in”. Lo stato interiore

94- Il fare nell’accadere, agire nel non agire, essere specchio

95- La relazione come incontro nella sacralità

Divenire ed essere, imparare e contemplare

Sono compatibili il divenire e l’essere, l’imparare e il contemplare?
Si può oscillare senza fine tra il divenire/imparare e l’essere/contemplare?
Chi oscilla? La consapevolezza, che si sposta ora sul processo di quello che viene e ci trasforma, ora sulla profondità di quello che viene e non è letto come processo ma come fatto disgiunto da altri fatti.
In sé, quello che viene non è superficiale, né profondo, è sempre quel che è e basta: cambia la lettura che noi ne diamo.
La lettura di superficie lega ogni fotogramma, coglie il processo con sé al centro e, nel compiersi dell’esperienza, ne trae insegnamento e comprensione.

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Dall’amore, per amore, senza uno scopo personale

Non so quale sia la capacità di amare che si esprime attraverso questo essere che porta il mio nome, e credo anche di non essere granché interessato a scoprirlo.
Non appartenendoci l’amore, non possiamo nemmeno attribuircelo e chi mai, domani, ci dirà “Bravo!” per qualcosa che non ci riguarda e che non è merito nostro?
L’amore, come la vita e come l’acqua, scorre, attraversa e trasmuta ogni realtà e ciò che prima era, dopo può scoprirsi come inesistente.
E’ bastato quell’attraversamento, quell’impatto con il totalmente altro che chiamiamo amore, per vedere molte cose mai viste prima e per rendere nuove quelle già conosciute.

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La radice del Sentiero contemplativo

Il Sentiero contemplativo affonda le sue radici in queste tradizioni e fonti:
lo zen, a cui dobbiamo i primi fondamentali passi e l’impostazione di fondo che mai abbiamo abbandonato;
la via della Conoscenza, un’apertura senza confini sul mondo del sentire e della non-mente;
– l’insegnamento del Cerchio Firenze 77 e del Cerchio Ifior, fonti insostituibili che sono state determinanti nella strutturazione di un nuovo paradigma della realtà, della natura umana, della dimensione del divenire e di quella dell’Essere.
Tutto questo, unito all’esperienza della vita, alla pratica meditativa e contemplativa ha condotto all’elaborazione del paradigma del Sentiero che trovate compendiato nel volume L’Essenziale.
Nel sito trovate le radici del Sentiero e la sua visione della vita e della pratica meditativa e contemplativa, in particolare in queste categorie e tag:
In evidenza;
Essenziale;
Sentiero contemplativo.

Il Sentiero contemplativo oggi (2017/2018)

L’attività di formazione attiva e strutturata del Sentiero contemplativo è terminata, dopo 22 anni, a febbraio 2016. Questi due brevi scritti parlano del passaggio esistenziale dal Sentiero che si offre al Sentiero che è: E’ giunta la sera, La fine del divenire.
Il Sentiero oggi è innanzitutto quanto descritto nel post La via del monaco, ed è inoltre quanto segue:
– l’esperienza esistenziale che si svolge nell’Eremo dal silenzio;
– l’Officina Essenziale, una comunità di persone che cerca di incarnare nel proprio quotidiano il Sentiero;
– l’esperienza degli intensivi che ad ogni stagione si tengono al monastero camaldolese di Fonte Avellana (PU).

Qui trovate il dettaglio di ciò che viene proposto ogni mese.

Sperimentare il non compreso alla luce del compreso

Chi ci guida, chi è il nostro riferimento quando ci inoltriamo nel vasto mare del non compreso?
Il compreso che è in noi, ovvero il sentire di coscienza acquisito attraverso l’esperienza di innumerevoli esistenze, e l’azione dei corpi superiori e della vibrazione prima che orientano la coscienza là dove essa non ha dati e navigherebbe altrimenti al buio.
Il compreso di chi ci sta a fianco, ci accompagna; di chi ci incontra e dice quella parola, offre quella testimonianza che avvertiamo come un segno per noi.

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Dal sentire all’azione: coerenza, autoindulgenza, umiltà

La coerenza è la corrispondenza tra sentire/pensiero/azione.
Il compreso trova manifestazione in ciò che pensiamo, proviamo affettivamente ed emotivamente e in ciò che agiamo quotidianamente.
La questione della coerenza non si pone quando una comprensione è completamente acquisita e strutturata: si pone prima di allora, quando ancora mancano dei tasselli al suo pieno dispiegamento.
Quando un determinato aspetto del vivere e dell’essere è stato compreso, non c’è scelta: prima di allora c’è spazio per l’interferenza della cultura, dell’identità, della morale.

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