Fino ad un certo punto del suo cammino esistenziale, l’umano ha bisogno di misurarsi con il fare, con la manifestazione attiva e preponderante di sé.
Da un certo punto in poi, questa propensione diminuisce e la persona diviene più riflessiva, più attenta alla sostanza e meno identificata con la produzione e la eccitazione, meno desiderosa di collocarsi sul palcoscenico della vita.
Noi ci rivolgiamo a questa seconda categoria di persone, per la prima non abbiamo risposte.
sentiero contemplativo
La vicinanza che aiuta
In una coppia, se i due affrontano la vita leggendola alla luce dello stesso paradigma, tutto è più facile: quando in una officina gli operai sono esperti ed affiatati, il lavoro scorre molto più agevolmente e con meno fatica per tutti. La presenza di un apprendista che non conosce il lavoro, richiede uno sforzo e una dedizione particolari ma, in genere, l’apprendista impara e quello sforzo è ripagato dalla suddivisione futura dei compiti e dei carichi.
Quando in una coppia, uno dei due non ne vuol sapere di condividere il paradigma, la cosa si complica: un apprendista lo puoi anche licenziare, un partner pure, ma è più complicato.
La conoscenza, la consapevolezza, la comprensione innazitutto
Accogliamo oggi una nuova amica nella nostra comunità, in questa officina esistenziale che ci vede impegnati nel cammino della conoscenza, della consapevolezza, della comprensione.
E’ un passo importante, non verso di noi, non per l’organismo comunitario che comunque si arricchisce di un altro sentire, di un’altra operaia, ma per ciò che significa per la persona che compie la scelta: essa si propone di porre al centro della propria esistenza, insieme alla cura di sé e della propria famiglia, il cammino interiore, la conoscenza di sé, la consapevolezza del proprio operare, la disponibilità ad imparare e, ogni giorno, a cambiare.
Il lungo cammino incontro a sé
Ogni volte che c’è un gruppo, ho l’occasione di vedere lo stato dell’arte dei processi di comprensione che avvengono nelle persone.
Ogni volta che qualcuno viene, oppure va, si dischiudono orizzonti, resistenze, chiusure, disponibilità.
Il cammino incontro a sé è lungo e il neofita, se non è dotato di un buon grado di umiltà, di questo non si rende conto e si racconta cose che non hanno fondamento.
Il cammino è lungo anche per la persona che lo percorre da tempo e, per questa, il dono dell’umiltà è ancora più necessario.
1- Cambiare il paradigma in uso e attraverso il quale si interpreta la realtà personale e quella sociale, richiede tempo, studio, esercizio, frequentazione di persone che il nuovo paradigma usano ferialmente.
Dai bisogni al servizio
Nella via interiore è come nella vita: le persone sono piene di bisogni e di domande.
Man mano che sperimentano e comprendono, le domande si diradano e i bisogni divengono più sottili e discreti.
Infine viene una stagione in cui le domande smettono di sorgere e i bisogni sono prossimi allo zero.
Allora possono accadere tre cose piuttosto diverse tra loro:
– la persona si distacca dal cammino fino ad allora percorso, per dedicarsi al piccolo quotidiano, alle piccole cose che oramai riconosce come l’unica realtà che accade nel presente;
– la persona abbandona il cammino seguito e in poco tempo si inserisce in un altro, essendo in lei rimaste domande e bisogni non superati;
– la persona non più mossa da una motivazione propria, vede dentro di sé sorgere la possibilità di servire il cammino altrui.
Questo mese all’Eremo dal silenzio, San Costanzo
Via del monaco
Incontri mensili
Officina esistenziale
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Colloqui individuali
Si possono richiedere colloqui individuali per trattare esclusivamente questioni di natura esistenziale: uneremo@gmail.com
Intensivi di formazione, meditazione, contemplazione
Ogni stagione, un intensivo di tre giorni di formazione, meditazione, contemplazione, vita fraterna al monastero di Fonte Avellana.
Le date si trovano nel calendario. Per informazioni, scrivici.
Qui puoi iscriverti.
Letture
L‘estratto, o l’edizione integrale del libro: L’Essenziale: esistere, essere, contemplare, scomparire che riassume la visione del Sentiero contemplativo.
Sintesi del cammino di unificazione, pdf, raccolta dei post del sito 2018-2019.
Quando un insegnamento diviene un trastullo?
Diceva Uchiyama Roshi che il bastone durante lo zazen era un giocattolo, un trastullo per il praticante: serviva a rompere la monotonia delle interminabili ore di pratica, una consolazione alla fine ricevere una bastonata!
Quando un insegnamento diviene un trastullo? Quando non è sorretto da una pratica adeguata.
Cos’è una pratica? Dedizione e perseveranza nella frequentazione, nella meditazione, nello studio, nella costruzione di un tessuto di relazioni.
Ciascuno secondo le proprie possibilità, che significa non irregimentati all’interno di un insieme di doveri, ma consapevoli che la trasformazione interiore richiede una molteplicità di approcci.
Il tirocinio nella via spirituale
Quando non conosci, indaghi. Se qualcosa ti preme, cerchi, chiedi, studi, pratichi.
Discorsi di un vecchio e forse di un altro tempo; non so, sono disorientato.
Ho molti ricordi, l’esporli mi fa sentire un po’ patetico. Come i vecchi, appunto.
Quando negli anni ’80 mi sono avvicinato allo zen, andavo agli intensivi a Genova e stavo via tre, quattro giorni; così pure quando andavo a Figline Valdarno: Catia rimaneva da sola con la bambina piccola, nella casa sperduta tra i campi, la stufa da accendere, i cani, l’orto.
Sullo zen hanno scritto in tanti e tanti erano gli insegnanti: la vita mi ha dato dei segni che ho indagato e poi ho conosciuto, approfondito, studiato e praticato senza risparmio.
Dopo lo zen sono venute altre indagini e altre occasioni e sempre lo stesso è stato l’atteggiamento: cogliere i segni, conoscere, approfondire, studiare, praticare, spendersi senza riserva.
La relazione tra sentire di coscienza
Vorrei sviluppare quanto emerso nell’Essenziale di ieri.
Le menti-identità leggono i frammenti della realtà, per loro natura non colgono l’insieme ma il particolare e sono mosse da un bisogno di presenza, di manifestazione, di relazione con le loro pari.
Hanno, giustamente, l’esigenza di calare un impulso, una conoscenza, un assaggio di comprensione nella loro vita, di incarnarli, di trovare il modo per farli divenire vita nel quotidiano.