I passi dell’unificazione

La funzione di un cammino come il Sentiero è quella di accompagnare incontro a sé: dal processo di conoscenza-consapevolezza-comprensione scaturisce poi l’esperienza dell’unificazione.
Ogni persona incontra il cammino, la via adatta a sé: la coscienza la conduce là dove è bene per essa.
Nel Sentiero non ci occupiamo dei primi passi, normalmente giungono persone che hanno già nel sentire i codici di base della via interiore.
Se una persona non ha le basi della via, se le procura là dove le è possibile e necessario. Per parte nostra offriamo un percorso introduttivo Le basi della conoscenza e della consapevolezza.

continua..

Ciò che di più semplice il Sentiero produce

Negli anni ho visto arrivare persone con maschere gialle ed andarsene con maschere rosse.
Ho visto persone andarsene con le maschere a brandelli e un sorriso che emergeva e altre con un risentimento sulle labbra.
Ho visto gente rimanere ed accettare che la maschera fosse sottoposta all’usura del tempo, strattonata nelle relazioni, colpita e lacerata nel rapporto con i pari e con chi guida.
Ho visto emergere volti da dietro le maschere: vite, paure, speranze e possibilità.

continua..

Sulla limitata attitudine alla discussione nel Sentiero

In più di due decenni di attività, ogni tanto qualcuno ha obiettato che nel Sentiero si discute poco.
E’ così, è un’evidenza. Accade perché le persone del Sentiero sono delle pecorone? Perché sono succubi di una personalità forte e dominante? Se volete, credetelo pure.
La realtà, dal nostro punto di vista, è molto differente.
Il Sentiero sorge dal sentire e al sentire è rivolto.
Non sorge dalla mente e alle menti parla e, quindi e inevitabilmente, alle regole divisorie delle menti sottostà.

continua..

La via a Dio è operare il bene?

Da tempo avevo in mente questo post ma, per ragioni diverse, l’ho sempre rimandato. Oggi leggo, sull’ultimo numero dell’Espresso, un articolo di Sandro Magister, il vaticanista del settimanale, che riporta delle affermazioni di due importanti teologi valdesi, Paolo Ricca e Giorgio Tourn e da quanto essi dicono prendo le mosse per dire poche e semplici cose.
Dice Paolo Ricca: “La malattia è che siamo tutti volti al sociale, cosa sacrosanta, ma nel sociale esauriamo il discorso cristiano e fuori da lì siamo muti”:
Giorgio Tourn afferma: “È chiaro che la sola testimonianza dell’amore fraterno non porta automaticamente a conoscere Cristo. Non c’è oggi un silenzio di Dio, ma il silenzio nostro su Dio”.

continua..

Saggezza e radici

Nel mondo puoi mettere un “like” senza nemmeno aver letto quello che l’altro scrive; puoi dire che ci sarai e poi dimenticartene e non curartene.
Puoi dare la tua parola, fare promesse e poi rimangiartele senza battere ciglio: nel mondo dell’effimero, puoi essere effimero e potete farvi compagnia uniti dall’inconsistenza.
Nel mondo della via interiore, un si è un si, un no, un no; un impegno, un impegno; una parola data, un obbligo.
Il mondo della via interiore ha bisogno di stabilità, di radici, di esperienza e di quella saggezza che dalle radici e dall’esperienza matura.

continua..