La vita monastica nel medioevo15: le ‘liturgie’ della tavola

L’uomo del Medioevo ignora l’intimità. Egli non ha alcuna possibilità d’isolarsi. Tutti entrano nell’intimità dell’altro. In principio i monaci non dovevano soffrire di questo stato di cose. Ma, bisogna ricordarlo, essi vivono costantemente in una comunità piccola e stabile e sono in permanenza sottomessi ai duri doveri dell’osservanza e della disciplina claustrale.

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Il ritirarsi della mente e l’avanzare del silenzio [vdc10]

Le basi della Via della conoscenza. Marina: Non è parlandovi della Coscienza che voi arriverete a comprendere chi siete, è invece parlandovi dell’amore che voi forse intuirete che cos’è la Coscienza, e come il salto parte dalla disponibilità a intendere l’amore, a seguire le indicazioni dell’amore in ciascuno di voi.

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Parafrasi di un testo certosino sul silenzio

“Il silenzio è ascoltare: non l’attesa febbrile di una parola che ci colpisca o ci riempia il cuore, ma una calma ricettività verso colui che è presente e che lavora silenziosamente nel nostro intimo essere.

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Ogni atto è in sé sacro [V33]

Voi uomini siete parte del tempo della vita, semplice presenza nei fatti che accadono, ma non lo riconoscete, perché siete identificati nella vostra mente. Sui fatti e sugli altri costruite concetti per imprimere il vostro marchio e per esserci come un ‘io’ disgiunto dall’unità dell’essere, sentendovi i protagonisti di ogni azione.

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