Un passo segue un’altro, quello attuale appoggia sul precedente che hai già dimenticato.
Attraversi la vita come attraversi un prato, un bosco, un quartiere: mentre camini la vita ti scorre accanto, incontri persone e situazioni come fossero fotogrammi che passano rapidi.
Ogni passo un fotogramma, frammenti di film: avresti potuto dar luogo a una scena differente, riflessioni e ripensamenti si inseguono e tramontano. Così è stato.
silenzio
Lontananza
Silenziose scorrono le giornate, silenziosi i gesti, silenziosa la mente aldilà delle increspature di superficie. Processi carsici avvengono oltre ogni tuo possibile controllo ed anche oltre ogni consapevolezza. Immobile come una pietra ascolti il rumore del vento tra i coppi. Le parole di ieri, i gesti, sembrano sepolti nella terra gelata, ventre in attesa. Così vorresti che finisse, in questa lontananza, che non è estraneità, ma solo distanza dall’essere del vento. Così potrebbe finire, ma sai che lei, domani, tornerà a bussare.
Ritiro silenzioso in città
Il ritiro prevede un percorso meditativo e di indagine sul nostro essere, i nostri attaccamenti e l’origine della sofferenza attraverso la presentazione di poesie e brani sapienziali (Qoelet, Leopardi, Scataglini, haiku, Rumi etc.) e l’uso del suono-canto accompagnato dalla shruti box.
“Il silenzio è la via per sentire il ‘rumore’ interiore che impedisce di vedere la nostra natura originaria
Domenica 4 dicembre
Programma
ore 10 inizio incontro di meditazione ed indagine sul Sé
ore 12,30 camminata in silenzio in città
ore 13 pranzo in silenzio al ristorante Sri Lanka da Lal
ore 14 ritorno in silenzio alla sala
ore 15-19 dialogo di indagine sul Sé e meditazione
Iscrizioni aperte fino al 28 novembre.
La Sala di Meditazione, via Dalmazia 21, Ancona
Per info. tel. 071-2803716, email bolrob13@libero.it
Su Facebook Meditazione ed indagine sul Sé
Ombre
Questa notte precoce alimenta chiaroscuri,
silenzi, sguardi sull’esistente nuovi.
Nella semioscurità dell’ambiente, ogni angolo dell’officina della vita
risalta in una discrezione nuova.
Uno strumento musicale
Ti alzi che il mondo dorme. Nel buio la realtà è immobile: ogni gesto, ogni passo risuona. Seduto sulla seggiola la consapevolezza di essere ti conduce non a separarti, ma a perdere il confine: tra te e l’ambiente c’è una continuità, è improprio parlare di te e ciò che ti circonda, c’è un essere diffuso che non marca limite.
Nella mente non c’è contenuto: vuota risuona nel silenzio dell’alba che ancora non viene. Cos’è l’umano senza mente? Uno strumento musicale.
Costruttori di futuro
Difficile edificare qualcosa sulla base dell’ignoranza di sé; ancor più difficile costruire sull’ignoranza accompagnata alla violenza.
Nel silenzio, nella discrezione, con il passo leggero di chi sa che non è importante, attraversiamo il bosco della vita e costruiamo tessere di futuro.
Come risa nella notte
L’esperienza di quello spazio sempre prepara il tuo avvento.
Sei uno stato dell’essere: prima ti mostri come spazio e silenzio, poi come pienezza e commozione.
Poi ancora silenzio. Un ritmo senza fine.
Oltre tutto ciò che sembra l’esistente, l’essere della realtà che non ha bisogno di parole, canta se stesso.
La pioggia che cade sul vetro dell’abbaino lo trasforma in strumento musicale: nel vuoto della mente le gocce risuonano come risa nella notte.
Perché dubitare?
“Dopo una giornata passata a mendicare,
torno alla mia capanna e chiudo la porta.
Brucio nel focolare dei rami ancora verdi;
leggo con calma le poesie di Kanzan.
Il vento dell’ovest porta la pioggia.
Ogni tanto, distendo le gambe e mi riposo.
Perchè affannarsi, perché dubitare?”
Ryokan, monaco dello zen, 1758-1831
Poesie di Ryokan, La vita felice editore
Stordimento
Sono giorni di esposizione al prossimo, di treni e persone nuove. Nei momenti liberi cammino con Enni che mi segue come un’ombra: adesso che il caldo non è più opprimente siamo tornati ai nostri piccoli riti. L’incontro con il mondo, dopo tanto silenzio e solitudine, non è una delle cose più semplici, ma così è e non c’è opposizione. In questo alternarsi di mondo e di ritiro nell’eremo, più evidente è lo stordimento che il mondo produce su me, ma anche su ogni essere, temo.