Muschio

Sono scivolati questi giorni nel silenzio e nella lontananza più assoluti.
I suoni del mondo che parlano di festa, qui arrivano attutiti.
L’eremo pulsa di una vita sua e non distingue tra festa e non festa;
vive della meraviglia di un muschio in un fosso, della brina di una mattina come questa, dell’immobilità del tempo.

Prossimo

A volte ho la piena comprensione di camminare lungo una strada deserta; non c’è tristezza in questo, è solo una constatazione.
In questo spazio sconfinato provo profonda impressione per quelle persone che sanno dedicare la loro esistenza ad un prossimo minuto e anonimo.

continua..

Non c’è tempo

Abbiamo camminato sotto un cielo stellato accompagnati dal canto dei fossi colmi d’acqua; la terra è satura, l’erba piegata.
Nella notte siamo soli.
Non c’è tempo.

Conoscenza di sé, meditazione, contemplazione

E’ il testo di riferimento indispensabile se vuoi introdurti nella via spirituale dall’angolo visuale da noi proposto. In esso trovi una prima parte dedicata alle dinamiche della mente e al come affrancarsi dal suo condizionamento; una parte centrale dove si tratta dell’altro da sé e dell’esperienza degli affetti; una terza parte, molto vasta, dedicata ad una analisi dettagliata dell’esperienza della meditazione, della contemplazione, dell’abbandono, della compassione. Prima di ordinarlo (eremo@contemplazione.it) leggi la pagina Al lettore.
Il libro in formato pdf

Autori: R.Olivieri con G.Cavalieri

Al lettore
Prefazione
Introduzione: L’inspiro che prepara l’espiro
Capitolo 1: La crisi, il dolore
Capitolo 2: L’identificazione col dolore
Capitolo 3: Imparare a dubitare
Capitolo 4: La disconnessione dal recitato mentale
Capitolo 5: Aggiungere e togliere
Capitolo 6: Il deserto
Capitolo 7: La solitudine
Capitolo 8: La caduta della morale
Capitolo 9: L’altro da sé
Capitolo 10: Il buon amico
Capitolo 11: L’esperienza degli affetti
Capitolo 12: Chi opera il cambiamento
Capitolo 13: Natura dell’atto meditativo
Capitolo 14: L’esperienza della contemplazione
Capitolo 15: La routine del quotidiano
Capitolo 16: Tutto sorge e tutto scompare: l’impermanenza
Capitolo 17: Lo sguardo del contemplante
Capitolo 18: La pregnanza di ogni singola esperienza
Capitolo 19: Il sorgere dell’esperienza della compassione

Formato: 14,8 x 21 cm.
Pagine: 307

Un viaggio incontro a se stessi senza discepoli e senza maestri

Il fine del sentiero è fornire alla persona gli strumenti per conoscersi e trascendersi: questo può realizzarsi più agevolmente se la persona non è lasciata sola e se viene accompagnata in questo processo. Nel sentiero all’insegnamento corrisponde una pratica di accompagnamento.
La persona, naturalmente se lo vuole, è seguita in tutto il suo processo: dalla costruzione degli alfabeti della conoscenza di sé, al vivere la vita come gioco, alla dimenticanza del proprio esserci, all’abbandono verso l’esperienza che sorge dalla meditazione e dalla contemplazione.
Non si tratta quindi di applicare un insegnamento, è qualcosa di più articolato: l’accompagnatore, il buon amico, è specchio della dimensione interiore dell’accompagnato, ed è colui che suggerisce, ad ogni passo, ad ogni sfida, uno sguardo nuovo, una interpretazione più vasta del processo che sta accadendo. E’ anche colui che vive la realizzazione di una libertà in sé e questa sostiene e alimenta il rapporto. E’ colui che può condurre oltre l’identificazione perché conosce la non identificazione. Il sentiero è innanzitutto questo rapporto vivo, intimo e profondo in cui la persona non è lasciata sola. Su questa piattaforma di relazione viene poi sviluppata tutta l’elaborazione dell’insegnamento, la sua declinazione e articolazione che prende forma nei gruppi e nelle meditazioni.
Il nostro sforzo è quello di tracciare una via non del discepolato ma della condivisione, dove ognuno dei protagonisti porta sé e la dimenticanza di sé, l’esserci come persona e il contemplare il presente; dove ciascuno vive la sua trasformazione senza limite in virtù dell’incontro con l’altro, nella ripetitività e ferialità di un piccolo quotidiano che non ha alcun carattere di eccezionalità.
Non c’è sequela nel sentiero, c’è solo l’essere ricondotti a sé, senza scampo e le uniche certezze sono rappresentate dalla possibilità di risiedere dentro sé stessi, dentro l’esperienza della meditazione come sguardo limpido sulla realtà e dentro quel frutto che sempre porta con sé, in varia misura, che è la contemplazione.

Da soli

Un tempo dedicavo
ogni momento libero alla lettura.
Adesso guardo i libri
coperti di polvere
e solo raramente compio
il gesto di aprirne uno.
Non cerco più contenuti,
né stimoli, né conferme.
Mi sembra di comprendere che,
ad un certo punto, si va
completamente da soli,
senza appigli.

Senza strada

Non c’è più strada.
Non ti è mai appartenuta
la strada delle religioni
per cui, a volte, provi
una specie di orrore.
Altre strade
su cui ti sei affacciato,
sono state opportunita’,
ancora ti inchini,
ma sono altro.
Non hai strada,
né la indichi.
Non c’è direzione.