La terra aspettava questa pioggia.
La lunga aridità estiva
ci aveva esposti e cristalizzati
in una dispersione interminabile.
Questo freddo improvviso
ci sprofonda nell’intimo
di uno stare raccolto.
stare
In merito allo stare
Quel semplice stare di cui tanto spesso parliamo e che è stato il filo conduttore della meditazione guidata conclusiva del secondo gruppo di approfondimento di domenica 11.10, può produrre una inquietudine nella mente: la persona sente che quello “stare” entra in conflitto e minaccia il suo bisogno di divenire una personalità compiuta ed in piena espressione.
Che la mente, la personalità, si inquieti è nelle cose, avverte questo come minaccia.
Il nostro tentativo è di realizzare, nello stesso tempo, la piena manifestazione di sé e la piena trascendenza.
Come è possibile un simile paradosso?
In ogni cosa che l’uomo compie, sente, pensa si manifesta ciò che è, la visione che ha di sé: esprime quella che chiamiamo la sua personalità. Ma se scendiamo nella profondità di ogni aspetto del suo fare, sentire, pensare entriamo non più nella espressione di sé, ma nella semplice contemplazione di ciò che è.
In altri termini: se muovo una mano questo gesto mi esprime; se osservo dal punto zero quel movimento, questo diventa soltanto un movimento della mano, non è più ilmio gesto.
Cambiando il punto di vista e l’identificazione, viviamo nello stesso tempo le due situazioni per noi ugualmente importanti.
Il tempo è immobile
Le prime luci del mattino
crescono pigre
immerse in un silenzio vasto
ritmato dal verso dei pettirossi.
Il tempo è immobile.