Perché dubitare?

“Dopo una giornata passata a mendicare,
torno alla mia capanna e chiudo la porta.
Brucio nel focolare dei rami ancora verdi;
leggo con calma le poesie di Kanzan.
Il vento dell’ovest porta la pioggia.
Ogni tanto, distendo le gambe e mi riposo.
Perchè affannarsi, perché dubitare?”
Ryokan, monaco dello zen, 1758-1831
Poesie di Ryokan, La vita felice editore

continua..

Fatti

In questi giorni lunghi andiamo a dormire che c’è ancora luce e ci alziamo che albeggia.
Di notte il canto delle rane, di giorno quello degli uccelli ci tengono compagnia.
La costa, i bagnanti, le auto, sono lontani.
Qui non c’è tempo, solo un piccolo procedere discreto di fatti che accadono.

Momenti

Seduti sotto al tiglio abbiamo parlato dei piccoli accadere della via.

Giorni semplici

Dalla sala grande escono canti e risa e poi ancora canti.
Un ramarro ci osserva immobile sul tronco del pioppo abbattuto.
Smettiamo di leggere e osserviamo: non c’è tempo.
Camminiamo con Enni lungo il solito percorso, attraverso un mare di verde e di canti ininterrotti di uccelli occupati nelle loro faccende.
C’è un muoversi nello spazio ma non nel tempo, non c’è tempo.
E’ un accadere senza successione.

Fotogrammi

C’è un vento fresco che viene dai monti; al riparo della casa osservo gli alberi, la legna da sistemare e mi scorrono nella mente le scene del quotidiano: la Libia, le persone che attraversano il mare, il canto instancabile delle capinere, il dolore di persone che conosco.
Sono come una stanza senza porte e finestre.
Non c’è attesa; non c’è nemmeno un disporsi.

Primavera

Seduti sul marciapiedi di casa
osseviamo le gemme dei tigli rigonfie di vita.
Parole, silenzi.

Le foglie

Osservi la vita con lo stesso sguardo dell’albero che guarda il tappeto di foglie ai suoi piedi, in questo autunno inoltrato.

Una vita normale

Accade nelle nostre vite quello che accade in ogni vita: piccoli eventi che si susseguono e  compongono un puzzle ordinario e feriale, niente di speciale, niente di straordinario, tutto veramente ordinario.
Perché non moriamo di noia e di frustrazione?
Perché non cerchiamo più il senso di ciò che accade e ci attraversa, ci impatta, ci abbandona.

Questo slanciarsi

Questo slanciarsi sempre verso qualcosa, questa tensione sottile che induce a cercare, a protendersi.
E questo stare qui, senza orizzonte, senza tempo, senza interesse.
Dentro l’apparente annichilimento, tutta la vita.