Senza direzione

Non dovendo i giorni produrre alcun risultato e condurci in alcuna esperienza o realizzazione, il tempo e lo spazio interiori che si presentano 

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Fermati

Attraverso un parco milanese per raggiungere la casa di un’amica.
Un’ora di strada.
Ho deciso di andare a piedi perché dopo il temporale ritrovo l’odore della terra bagnata e delle foglie.

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Giorni nell’eremo

Andiamo a letto che è ancora giorno,
ci alziamo che è notte.
Non ci manca il mondo; lontani i suoi riti, le sue emozioni, i suoi pensieri.
I giorni sono senza tempo.

Nel più piccolo frammento

Che cosa significa l’espressione: “Nel più piccolo frammento si manifesta l’Assoluto?”
Significa che se posi l’attenzione su quel piccolo fatto e lo fai senza identificazione, quindi senza pensiero particolare, od emozione particolare, e senza interpretazione, quel fatto è solo un fatto, testimonia sé.

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La vita è il dispiegarsi della consapevolezza dell’Assoluto

Questo post, non semplice, prende le mosse da uno stimolo di Matteo relativo all’articolo del 18.1:
Allora, seguendo sempre Zenone e parafrasandolo, finché si parla di cogliere l’essere nel presente, nell’istante, nel singolo fatto, ciò è possibile. Ma se poi si vuole trovare la consistenza del divenire, dell’essere del divenire, allora questo sembrerebbe impossibile (sempre logicamente parlando). Esiste un modo, con le parole, per superare questa impasse della razionalità e spiegare più chiaramente “il divenire è l’essere”?

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Risiedere in sé

Attorno e attraverso l’osservatore accade la realtà.
L’osservatore non è un’entità, è un punto zero, un aspetto della realtà senza tempo. Pura neutralità.
Da quel punto immobile nell’essere avviene la percezione, l’osservazione, la relazione con ciò che chiamiamo reale, con ciò che diviene nel tempo e nello spazio.
Si succedono impulsi, sollecitazioni, fotogrammi, scene: tutto scorre, tutto è, tutto canta la vita e attraversa un essere che è solo stare e risiedere. Silenzio. Pura contemplazione.