Dice Nadia: “Chi pensa che intraprendere un cammino interiore e spirituale sia qualcosa di facile e sereno, non ha proprio capito cosa noi trattiamo! In questi giorni, e non per la prima volta, ne sto sperimentando la fatica.
unità
Dall’amicizia alla fraternità nel sentire
È opinione comune che la confidenza reciproca, la capacità di condividere i propri vissuti con qualcuno di cui ci fidiamo, contribuisca a creare relazione autentica, amicizia vera e senso di fraternità.
Se la mia fede dipendesse..
Se la mia fede dipendesse dai segni, sarebbe simile ad una pianticella che cresce sulla sabbia.
Se la mia fede dipendesse dal credere che qualcuno è risorto da morte, sarei un mercante: nel mercato del dare e del ricevere, della speranza e del desiderio perderei me stesso, in balia della paura del limite e della morte.
La contemplazione: l’esperienza feriale del Reale
Esiste, semplicemente, il Reale: Esso ha le sembianze dell’ordinario e del banale, dei mille fatti che ogni giorno viviamo.
Un fatto viene percepito come il Reale, quando nell’individuo percettore domina la neutralità e quell’individuo non si percepisce come un soggetto, ma solo e semplicemente come un sensore.
Cerchio Firenze 77: i molti nell’Uno 17
Sommario: l’Uno non è un monolito; i molti nell’Uno.
“Ogni cellula è eternamente presente in modo immutabile; niente v’è in Lui che muta e ogni mutazione è in Lui..
Fonte del testo odierno: Oltre l’illusione, CF77, Edizioni Mediterranee, pag. 169.
Indice dei frammenti
La differenza tra via interiore e via spirituale
Nella via interiore il centro è rappresentato dai propri processi di conoscenza-consapevolezza-comprensione.
Nella via spirituale, a questi processi si associa la centralità, la preminenza della relazione con la radice di sé e dell’esistente, con l’Assoluto.
Nella via spirituale si può parlare di vocazione monastica, del dedicare una vita al processo di unificazione; nella via interiore questo non è necessario, e di norma non è presente.
Aprirsi all’Essere: non la ricerca di Dio, ma il lasciarsi invadere da Lui
In venticinque anni di attività ho incontrato tante persone: quante cercavano l’Essere?
La mia impressione è che la grande parte fosse semplicemente alla ricerca di un equilibrio interiore, posizionandosi dunque in una esperienza che precede la ricerca spirituale vera e propria.
Il Sentiero è dunque stato strumento a disposizione di identità, delle loro necessità, dei loro fini: la sua natura più profonda è rimasta ampiamente inespressa. Credo che nessuno abbia mai letto i capitoli 3 e 4 del libro L’Essenziale.
Così è stato e così è, amen.
La via interiore oltre il mito della perfezione e la prigione del duale
Formato per la stampa (A4, 4 pagine)
“Figlio mio, se tu vuoi arrivare alla condizione ideale che ti permetta di superare il tuo egoismo, se tu vuoi arrivare a quella condizione che ti fa sentire parte del Tutto, e arrivare infine a farti sentire il Tutto stesso, devi riuscire a vivere la tua vita tra gli uomini, ma senza più essere mosso dal desiderio.
Devi vivere la tua vita spontaneamente, semplicemente facendo ciò che senti di fare non perché speri in quel modo di raggiungere la meta agognata, ma semplicemente perché l’agire in quel modo ti è naturale e spontaneo e non provoca nessuno sforzo, nessuna tensione in te”.
Esiste un solo vivere, quello di Dio
Affronto questo argomento sapendo che difficilmente è di vostro interesse, il mio unico intento è quello di fissare alcuni elementi di una comprensione in atto.
L’immenso archivio dell’Eterno presente contiene in sé tutte le vite passate, presenti e future, dunque la vita che stiamo vivendo non è che uno dei tanti libri contenuti in quella biblioteca.
Le possibili vite future sono già vissute alla pari delle vite passate.
Il soggetto che vive una vita percepisce il divenire, lo scorrere della vita e pensa a quella precedente e a quella futura come pensa all’ieri e al domani.
In realtà quel soggetto è solo presente in questa vita.