Prendo lo spunto dal commento di Paolo al post La sessualità è vibrazione, la genitalità un suo effetto.
Paolo chiede: Puoi focalizzare la differenza fra lasciare circolare le energie e la loro sublimazione? Gli risponde Gianfranco.
unità
La nostra capacità di attingere alla sorgente della vita e di Essere essa
Gv 4,13-14
Gesù le rispose: «Chiunque beve di quest’acqua avrà sete di nuovo; 14 ma chi beve dell’acqua che io gli darò, non avrà mai più sete; anzi, l’acqua che io gli darò diventerà in lui una fonte d’acqua che scaturisce in vita eterna».
Quando una persona inizia a meditare e a pregare? La “chiamata”
Quando non basta più a se stessa.
Quando non è più il centro di un microcosmo.
Quando sente che vasto è tutto ciò che è altro da lei,
vasto e apparentemente inconoscibile,
e ne è attratta.
Quella attrazione che non si può trascurare, né tacitare, è la “chiamata“.
Una identità non favorisce la sua scomparsa
Dice Maria: “La vita mi sta portando ad accelerare i processi identitari ma so che devo rispettare i tempi e il loro svolgersi. Quando affermi: “Se non si diviene consapevoli dei meccanismi che ci allontanano da ciò che in realtà già siamo” sento che parli al mio sentire, quella la feritoia attraverso cui devo passare.
L’albero della vita tra Essere e divenire
Come in una grande quercia, la radice simboleggia l’Essere, le fronde il divenire.
Il tronco tiene assieme e collega armoniosamente Essere e divenire, a cavallo tra tempo e non tempo vive il miracolo dell’equilibrio nella vita, dell’ambivalenza di tutte le cose, della connessione tra ogni forma e ogni stato sempre operante.
La “cella esistenziale” del monaco, la sua fragilità, la sua forza
La custodia della cella
Per l’autentico contemplativo la cella è la sede della salvezza, la base della quiete interiore, il luogo di un’alta contemplazione, una dimora celeste, un giardino profumato, una possibilità di traboccanti consolazioni, anzi un paradiso di delizie sulla terra.
L’esperienza certosina della preghiera continua e il Sentiero contemplativo
Alcune considerazioni in merito al post Vite dedicate all’unificazione: la via dei certosini.
Ai nostri occhi risalta il ritmo pressante della preghiera personale e collettiva: ci sembra opprimente, soffocante, improntato ad un forte rigore, dice Natascia.