È detto cuore grande, il cuore che è come la grande montagna, come il grande oceano, il cuore non parziale, non fazioso. Se porta in mano un ryō non lo considera leggero, se solleva un kin non lo pensa pesante. Avvolto dalle voci della primavera, non si sollazza negli stagni primaverili; anche se vede i colori dell’autunno, non per questo ha un cuore autunnale.
La competizione delle quattro stagioni è dentro un unico scenario, vede leggero e pesante con un unico colpo d’occhio. (E.Dogen, Tenzo Kyokun)
via del monaco
La coerenza esistenziale nella Via del monaco [vdm10]
Come più volte si è ribadito, è chiaro che la fase formazione nel Sentiero sia finita e che, dunque, ora si tratta di saper incarnare quanto elaborato fino a qui.
Ecco una forte discontinuità rispetto al passato: là si chiedeva di strutturare una certa visione della realtà e di sé, qui si tratta di mettere in pratica quanto appreso.
La Via del monaco non è un modello da imitare [vdm9]
La Via del monaco non è un modello da imitare è una condizione d’esistenza e un processo, uno stato d’Essere e di divenire.
Non si tratta di essere in un modo o in un altro, di essere coerenti con le scelte fatte e con quello che la Via del monaco chiede.
Lo sguardo simultaneo richiede prontezza, presenza, alta reattività
Lo sguardo simultaneo è la capacità di tenere assieme Essere e divenire nella esperienza e nella interpretazione dei fatti. Nell’Essere i fatti sono ciò-che-sono, sorgono e scompaiono; nel divenire hanno sovente una causa e un fine.
Perché procedere assieme nella Via del monaco? [vdm7]
[Via del monaco 7] La Via del monaco tiene assieme l’eremo con il cenobio, la solitudine esistenziale con il procedere assieme: ma perché è importante procedere assieme a un gruppo di interlocutori scelti?
Il processo di unificazione non nell’elevazione, ma nella piena incarnazione [vdm6]
[Via del monaco 6] Elevazione: sviluppo di tutto ciò che è spirituale, con l’affrancamento dai limiti di comprensione.
Incarnazione: la capacità di vivere ferialmente il sentire conseguito, liberi dallo zoppicare della propria umanità.
Innanzitutto l’obbedienza alla personale chiamata esistenziale [vdm2]
[Via del monaco 2] Se obbedisco al bisogno profondo che sorge in me, alla chiamata dell’archetipo del monaco, sarò un buon collaboratore efficace per coloro che mi stanno attorno e con i quali procedo nella vita di ogni giorno.
L’archetipo del monaco che bussa in sé [vdm1]
[Via del monaco 1] Alcuni di noi sono chiamati a qualcosa di più della semplice ricerca spirituale, sono mossi da una inquietudine che ha radici profonde e che non si accontenta di quella pratica, di quel rito, di quella lettura o frequentazione.