Sintesi dei 7 raggi 2: primo raggio, volontà e potere

Di Roberto Assaggioli. Questo Raggio è il più arduo a comprendere. In realtà la vera natura, l’intima essenza della Volontà resta per l’uomo un mistero. È la qualità più alta, la nota stessa dello Spirito, è l’arcano potere che ha messo in moto l’immensa ruota evolutiva per attuare un suo ascoso proposito, e che riassorbirà tutto in sé, quando tale proposito sarà stato realizzato.

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Da divenire ad Essere attraverso la meditazione

Nella logica del divenire, tutto diviene: un giorno ne prepara un altro, una vita un’altra ancora.
Nella logica del divenire, quello che non impari oggi lo imparerai domani; il limite di oggi verrà superato domani, o in un’altra esistenza.
Se il dolore ti accompagna, tu sai che è dovuto alle tue incomprensioni, e sai che queste non si risolvono con uno schiocco delle dita, ma abbisognano di tempo e processi per essere superate e divenire comprensioni

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Consapevolezza di sé, ascolto profondo, uso della volontà di cambiamento

Per cambiare bisogna sempre tendere al gradino superiore del proprio sentire, e per raggiungere questo gradino occorrono piccole violenze al proprio sentire.
Riporto questa frase del Cerchio Ifior perché ben risponde all’argomento sostenuto da molti che affermano di non poter cambiare perché quello è il loro sentire.
Persone che hanno comportamenti e intenzioni ritenute da altri discutibili, che in sé soffrono un disagio esistenziale della cui natura non sanno chiaramente capacitarsi, che si vedono e avvertono anche che potrebbero cambiare sebbene senza sapere chiara la direzione, e che infine si siedono sull’affermazione che quello permette loro il sentire che hanno conseguito, e dunque lì stanno.

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Dal sentire all’azione: coerenza, autoindulgenza, umiltà

La coerenza è la corrispondenza tra sentire/pensiero/azione.
Il compreso trova manifestazione in ciò che pensiamo, proviamo affettivamente ed emotivamente e in ciò che agiamo quotidianamente.
La questione della coerenza non si pone quando una comprensione è completamente acquisita e strutturata: si pone prima di allora, quando ancora mancano dei tasselli al suo pieno dispiegamento.
Quando un determinato aspetto del vivere e dell’essere è stato compreso, non c’è scelta: prima di allora c’è spazio per l’interferenza della cultura, dell’identità, della morale.

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Non convincere, ma creare le condizioni per sperimentare

Marco 1,17 Da allora Gesù cominciò a predicare e a dire: “Convertitevi, perché il regno dei cieli è vicino”.
18 Mentre camminava lungo il mare di Galilea, vide due fratelli, Simone, chiamato Pietro, e Andrea suo fratello, che gettavano le reti in mare; erano infatti pescatori. 19 E disse loro: “Venite dietro a me, vi farò pescatori di uomini”. 20 Ed essi subito lasciarono le reti e lo seguirono. 21 Andando oltre, vide altri due fratelli, Giacomo, figlio di Zebedeo, e Giovanni suo fratello, che nella barca, insieme a Zebedeo loro padre, riparavano le loro reti, e li chiamò. 22 Ed essi subito lasciarono la barca e il loro padre e lo seguirono.

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Volontà e fiducia

Nel nostro limite duale, facciamo fatica a tenere assieme la complessità dei processi, la molteplicità delle sfumature, l’ambivalenza delle situazioni.
Affermo da tempo che la prima e ultima scuola è la vita e che solo vivendo, e osando vivere, si è condotti oltre sé, oltre il proprio limitato orizzonte identitario.
La vita in sé è perfetta: a ciascuno dispensa il necessario; per ciascuno accadono le scene che, passo dopo passo, atomo di sentire dopo atomo di sentire, conducono alla realizzazione ultima.

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