In zazen si sceglie di non essere mente: in virtù di questa scelta che diviene atto di disconnessione ripetuto, il praticante È, la realtà È, ogni fatto È.
Questo solo perché è stato scelto di non identificarsi con il processo mentale ed emotivo.
zazen
Sedere in zazen, sedere al cospetto della profondità della vita
Il testo che segue è la traduzione dall’inglese di un incontro fra Uchiyama Kosho Roshi e Takamine Doyu. Qui la presentazione di Jiso Forzani e l’intervista completa. Uchiyama Roshi dice cose importanti rivolte, in particolare, al lettore e al praticante occidentale.
La disposizione di ogni giorno nella VDM (per la stampa A4)
Pratica dello zazen.
Presenza: consapevolezza, prontezza, sollecitudine, neutralità
Intelligenza del reale.
Coerenza.
Compassione.
L’illuminazione: la consapevolezza della perfezione di ogni fatto: [zq14]
L’illuminazione è il nucleo di tutte le religioni, ma spesso ne abbiamo un’idea falsata. Paragoniamo l’illuminazione a uno stato di perfezione, di grande tranquillità e accettazione. Non è così.
Senza aspettativa, agire in modo totale, adesso [zq12]
Una vita libera da aspettative è una vita di pace, di gioia e di compassione. Fin tanto che ci identifichiamo con questo corpo e mente (e tutti ci identifichiamo), ricerchiamo ciò che riteniamo positivo per il corpo e la mente. Desideriamo il successo, desideriamo la salute, desideriamo l’illuminazione, desideriamo una montagna di cose.
Un vasto spazio d’essere
Nei lunghi e caldi pomeriggi estivi in cui è impossibile camminare lungo la strada dell’eremo, siedo in zazen.
La pratica conferisce la capacità di risiedere senza attese e senza pretese, un lungo allenamento che piega la mente e la confina nell’irrilevante.
La pia illusione che la pratica debba essere piacevole e tranquillizzante [zq10]
Charlotte Joko Beck, ZEN QUOTIDIANO
La qualità della pratica si riflette sempre nella qualità della nostra vita. Una pratica genuina porterà col tempo una differenza. A questo proposito, un’illusione comune spera che la pratica renda le cose più facili, più chiare, vissute più tranquillamente e così via. Niente di più sbagliato.
Solo io posso pagare il prezzo della mia realizzazione [zq8]
Charlotte Joko Beck, ZEN QUOTIDIANO
[…] Seguitando nella pratica, le illusioni vengono messe in discussione e ci accorgiamo che (orrore degli orrori!) la libertà esige un prezzo. Nessuno lo può pagare per noi. Capirlo fu per me uno dei colpi peggiori. Mi resi conto che solo io posso pagare il prezzo della mia realizzazione e nessun altro, nessun altro.
La pratica è un lento morire [zq7]
Da Charlotte Joko Beck, ZEN QUOTIDIANO
Uno dei miei versi preferiti dello Shōyō Rōku dice: “Dall’albero secco sboccia un fiore”. Quando l’avidità e il desiderio umani finiscono, c’è saggezza e compassione: lo stato del Buddha.
Quello che la pratica dello zazen è [zq5]
Da Charlotte Joko Beck, ZEN QUOTIDIANO
Sedere è essenzialmente uno spazio semplificato. La vita quotidiana è un incessante muoversi: cose da fare, gente con cui parlare, situazioni che si succedono. In mezzo a tutto ciò, è molto difficile percepire ciò che siamo.