zazen
Il tempo per se stessi si conquista sapendo scegliere l’Essenziale
Muovo queste riflessioni a partire da alcune affermazioni di Scifo (riportate in corsivo) contenute nel post: Il tempo per se stessi che uscirà il 9.4.21.
Il binomio pratica meditativa/cambio di paradigma (Appunti)
Commentando Nadia questo post: La necessità di uscire dall’assurda logica di assoluto e relativo, afferma: Capisco il ragionamento ma lo trovo macchinoso! L’esperienza dello zazen produce silenzio di Sé, silenzio in cui poter agganciare quella vibrazione, consapevolezza, che permea l’universo.
Zazen è divenire consapevole dell’identificazione, conoscerla, superarla
Cos’è l’identificazione? L’adesione statica e durevole a ciò che si pensa, si prova, si agisce.
L’immobilità, l’osservazione, la neutralità che presuppone e illumina lo zazen, ci permettono di vedere questa adesione, di conoscerla e di decidere di non coltivarla, non in zazen, almeno.
La disciplina dell’ancoraggio all’Essere
Prendo lo spunto dalle affermazioni di una sorella nel cammino in una chat interna del Sentiero.
Perché zazen viene prima di un figlio?
Perché zazen è la pratica dell’Essere, il risiedere nel fondamento, nell’essenziale, nel Ciò-che-è.
L’inconsistenza di me e l’affiorare del Reale
Quando scelgo di sedere in zazen – e lo scelgo due volte al giorno – ho sempre una alternativa.
Il mattino potrei dormire, è ancora buio quando mi siedo, o potrei leggere i giornali;
al tramonto potrei leggere un libro, magari.
La quercia e lo zazen
Siedo in zazen
con la stessa consapevolezza della quercia
che risiede nell’Essere delle stagioni.
L’Amore si rivela appena oltre sé
“Ama il prossimo tuo come te stesso”: sono queste le parole del Maestro che in questi giorni mi risuonano. Condizione imprescindibile: amare il prossimo passa attraverso l’amore per sé. Amore per sé che è legato all’accettazione di sé, alla resa, al “sia fatta la Tua non la mia volontà“, all’uscita dal circolo vittima carnefice, alla cessazione della lamentela...
Zazen: capaci di stare di fronte alla vita che sorge
Noi sappiamo che la realtà che viviamo è ampiamente soggettiva: fatta eccezzione per alcuni dati che sono oggettivi e condivisi da tutti, il resto di quello che viviamo riguarda solo noi.