Verso la metà del quinto mese del sedicesimo anno (1223) dell’era Jiading (1208-1224)[1] ero su di una nave nel porto di Qingyuan e mentre parlavo con il capitano giapponese, giunse un anziano monaco. Aveva circa sessant’anni. Subito salì sulla nave e chiese ai giapponesi presenti dove poteva comperare dei funghi giapponesi.
zen
In zazen si sperimenta la realtà come ‘fatto’ liberato dal divenire
Lo zazen è l’esperienza della vita affrontata senza uno scopo.
La vita nel divenire è tale perché ogni fatto ha e deve avere un scopo: l’essere protesi ‘verso’, consapevole o inconsapevole che sia, crea la successione dei fatti e la loro finalizzazione.
Non avere scopo e fine distrugge il processo del divenire perché ne mina le basi.
Tenzo Kyokun: la sacralità del preparare i pasti [11]
11. Una volta che la preparazione del pasto del mattino e quella del pranzo è stata completata secondo la norma, e il cibo è stato deposto sulla mensola, il tenzo indossa la stola, [1] stende il tappetino [2], prima di tutto si volta verso la sala dei monaci e acceso l’incenso fa nove prostrazioni, terminate le quali fa portare il cibo [nella sala dei monaci].
Non è la mia maldestrezza il problema (in merito a Tenzo Kyokun 10)
Continua a esaminare, continua a fare il punto, fai chiarezza, fai evidenza, presentandosi una situazione allora spiega, nei confronti di una persona allora parla. Così, se tu t’ingegni e t’impegni in questo modo, in qualunque circostanza, giorno dopo giorno, allora non lo dimenticherai neppure per un po’.
Tenzo Kyokun: il discernimento continuo [10]
(Il paragrafo 9 è piuttosto oscuro, non pubblicabile in questo contesto)
10. Rientrato nel proprio alloggiamento, chiusi subito gli occhi, devi visualizzare quanti membri ci sono nei posti assegnati [1] all’interno della sala comune, [2] quanti superiori e responsabili anziani, monaci che vivono in alloggiamenti individuali, [3] quanti monaci vi sono in infermeria, quanti negli alloggi geriatrici, quanti nel settore di passaggio, quanti monaci itineranti nell’alloggio di accoglienza, se tanti o pochi monaci [sacchi di pelle] negli eremi [4].
Tenzo Kyokun: non guardare all’ordinario con occhi ordinari [8]
I fatti della vita: né positivi né negativi (in merito a Tenzo Kyokun 6)
Non discutere sulla quantità, poco o tanto che sia, degli ingredienti ricevuti secondo le disposizioni del kusu. Senza curarti di infimo o eccellente, solo mettiti all’opera con energia e diligenza.
Tenzo Kyokun: senza curarti di infimo o eccellente [6 e 7]
6. Dopo aver preparato la pietanza di verdure per la colazione, [1] [il tenzo] raduna ciò che serve per la preparazione del riso, della minestra di verdura e di tutto il resto del pranzo del giorno. Lava vassoi, vaschette, utensili e attrezzi, purificandoli con energia e dedizione.
La natura di Buddha e il Ciò-che-È
“Inizia, quindi, nella consapevolezza del respiro […] quella emersione della natura di Buddha, quindi potremmo dire della natura originaria, della mia natura originaria, natura buona […] di Buddha di cui io sono possessore […]; che già mi abita.”
Coinvolgersi fino in fondo e proteggere (in merito a Tenzo Kyokun 5)
Feng (Seppo) dice: “Scarto rena e riso insieme”. Dongshan dice: “I monaci allora cosa mangiano?”
Feng rovescia il contenitore. Shan dice: “Tu, più avanti incontrerai una persona diversa e resterai con lei”.