Afferma Leonardo commentando il post Fantasmi vibratori nella mente e nell’emozione: “Tendiamo a credere che si comprende attraverso le analisi dell’identità fornite dal corpo mentale.
zen
Genjōkōan: cercare la Via/Realtà conduce ad allontanarsi da essa [gk14]
14. Quando una persona inizia a cercare il dharma, tanto più si allontana dall’ambito del dharma. Quando il dharma è già istillato nel modo proprio in sé, di colpo sei la persona del lato originario.
Genjōkōan: tutta la logica evolutiva ha termine [gk13]
13. La traccia del risveglio termina, la traccia del risveglio terminata si propaga ininterrottamente.
La finalità didattica dei koan e di altri strumenti nella Via
(Da A. Tollini, Lo Zen, Einaudi 2012, pgg. 7-8) Anche a quel tempo, tra le critiche che per prime si sollevarono contro l’interpretazione dello Zen, sicuramente di grandissimo fascino, fornita da Suzuki, vi fu quella dello studioso cinese Hú Shi (1891-1962), figura di primo piano nel panorama filosofico cinese del tempo.
Genjōkōan: nella dimenticanza di sé, solo il reale [gk12]
12. Scordarsi di sé è essere inverati da tutte le cose. Essere inverati da tutte le cose è abbandonare corpo e mente propri e corpo e mente altrui.
Genjōkōan: la via di Buddha si realizza nel conoscere se stessi [gk11]
11. (Quel che si chiama) Apprendere la via di Buddha consiste nell’apprendere se stessi. Apprendere se stessi, consiste nello scordarsi di sé.
Genjōkōan: percepire la realtà unitariamente [gk10]
10- Vedere la forma (i colori) con unità di corpo e mente, ascoltare i suoni con unità di corpo e mente, è intimo incontro ma non nel senso della figura che si riflette nello specchio, come la luna e l’acqua. Quando un lato è verificato, un lato è all’oscuro.
Genjōkōan: essere buddha e non averne cognizione [gk8-9]
8. Quando i buddha sono veramente buddha, non si portano dietro la cognizione di essere in se stessi buddha.